Borgo Lares, liquami

Si profila l’ipotesi di un biodigestore nella discarica di Zuclo. È arrivata nei giorni scorsi agli uffici provinciali la richiesta da parte della società Escasa Srldi Tione di Franco Esposito (amministratore unico), Sergio Scaia e Albino Salvaterra di realizzare un impianto di digestione anaerobica su una serie di terreni di proprietà limitrofi alla discarica di Zuclo. La richiesta è al momento al vaglio del Servizio di valutazione impatto ambientale della Provincia: si tratta di una fase preliminare in quanto si chiede un parere in merito alla localizzazione dell’eventuale impianto di biodigestione. 
 
Ma la questione è destinata ad arrivare anche sul tavolo del consiglio comunale di Borgo Lares, se non altro per il parere consultivo che il Comune coinvolto deve rilasciare in questi casi. La questione è delicata: l’idea di un posizionare nelle Valli Giudicarie un biodigestore era venuta anche alla Provincia di Trento, nel 2012, che ne aveva ipotizzato la realizzazione a Zuclo o a Storo, un progetto che era stato appoggiato dalla Comunità di Valle ma mal digerito dalla popolazione e infine naufragato. 
 
E oggi il primo cittadino di Borgo Lares è cauto nel fare commenti a caldo: «In questo momento non abbiamo dati reali per esprimere un parere - commenta Giorgio Marchetti - e come amministrazione abbiamo la responsabilità di un parere ponderato che valuti tutti gli elementi, dall’impatto ambientale, sociale e alle ripercussioni economiche di avere o meno un biodigestore in discarica». 
 
In merito alla localizzazione dell’impianto la proposta della Escasa Srl  è quella di posizionarlo in un terreno adiacente al centro integrato della Comunità di Valle che ospita gli uffici del Servizio ambientale locale sul lato ovest della discarica. La domanda presenta anche qualche dato di funzionamento: sono due gli scenari proposti per il trattamento del biogas prodotto, la cogenerazione o la produzione di biometano. Si presenta un impianto dedicato in parte allo smaltimento dei rifiuti urbani, quindi l’umido (si ipotizza di lavorarne 10.000 tonnellate annue), e in parte ai reflui zootecnici nella misura di 36.500 tonnellate annue: due cifre sulle quali qualche ragionamento è già possibile. 
 
Guardando al solo «umido» prodotto in Giudicarie, si parla di cifre che sono circa la metà delle 10.000 tonnellate annue trattabili, quindi si intuisce il riferimento ad un territorio più ampio di raccolta che potrebbe includere le limitrofe Valle dei Laghi e la Val di Sole. Per quanto riguarda i reflui zootecnici - la vera novità rispetto alla proposta provinciale del 2012 che non li includeva - è alla concentrazione di aziende agricole delle Giudicarie Esteriori che si guarda, territorio nel quale i liquami rappresentano una criticità irrisolta.

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