Il comitato: no al cemento nell'Arnò per l'idroelettrico

di Alberta Voltolini

Serata partecipata, giovedì sera nella sala consigliare di Breguzzo, quella organizzata dal Comitato civico «I Salvarnò» per trattare delle cinque richieste private di concessione per prelevare acqua dal torrente Arnò (3 della società unipersonale «Measure» srl di Pinzolo e 2 di Romano Menapace di Tassullo; in più c'è una domanda presentata in concorrenza dallo stesso Comune di Breguzzo) e con essa produrre energia idroelettrica.

Chiarificatori, dal punto di vista generale, gli interventi generali proposti dai relatori invitati dal Comitato per contestualizzare una problematica che riguarda tanti fiumi e torrenti trentini (più di 50 sono le richieste di concessione sottoposte all'attenzione del Servizio Gestione risorse idriche della Provincia autonoma di Trento).

«Non si comprende più il valore intrinseco dei beni naturali, ce ne accorgiamo solo quando vengono a mancare. Le Giudicarie, nella loro storia recente, hanno subito uno spaventoso impoverimento del reticolo orografico. Occorre educare al limite, altrimenti la natura può devastare», ha detto l'antropologo Annibale Salsa.

Esemplificativo il presidente dei pescatori trentini Mauro Finotti: «C'è un'incongruenza forte tra il compito datoci dalla Provincia di gestire le acque e incrementare la fauna ittica e la stessa Provincia che stacca concessioni». Rivelatore il professore Maurizio Siligardi : «Il fiume - ha spiegato - è un sistema vivente incredibile; dobbiamo garantirne l'efficienza ecologica perché, altrimenti, la sua funzione di riciclare, ripulire, purificare viene meno, creando danni fino al lago di Garda e al mare».

Poi, il caso specifico dell'Arnò. Per il Comitato civico sono state la mancata informazione e la poca trasparenza soprattutto, per quanto riguarda Breguzzo, da parte dell'ex sindaco Antonello Ferrari, ad aver impedito una qualche «opposizione» da parte degli amministratori comunali, poi dimissionari anche per questo motivo. Fatto sta che ci sono agli atti due delibere di gennaio 2015, regolari e valide, dei consigli comunali di Bondo e di Breguzzo che esprimono un parere generale favorevole alle concessioni.

Domande e risposte, al di là dell'opera di sensibilizzazione avviata dai «Salvarnò», ora, dal punto di vista dell'iter amministrativo, riguardano solo i richiedenti concessioni e la Provincia.
Altro elemento di discussione la proposta di convenzione, non ancora sottoscritta, tra i richiedenti concessione da una parte e i comuni di Breguzzo e Bondo dall'altra che stabilisce una serie di accordi tra le parti qualora le concessioni venissero autorizzate.

Per il sindaco di Bondo Giuseppe Bonenti, favorevole a firmare l'accordo entro la fine di dicembre, «la convenzione con il privato non è vincolante in nulla, ma regola lo spazio che il Comune potrebbe avere se la concessione venisse staccata».

Di parere diverso il commissario di Breguzzo Emanuele Bonafini: «La convenzione è "fantomatica" - ha affermato - mi è stata mostrata, ma non è tra gli atti ufficiali presenti in municipio. A mio giudizio non è da sottoscrivere perché si rischia che i comuni abbiano più obblighi che benefici. Non mi sembra il caso di procedere di corsa, quando non sappiamo ancora cosa deciderà la Provincia».

Su questo la richiesta del Comitato «I Salvarnò» è chiara: non firmare e lasciare al nuovo comune Sella Giudicarie ogni decisione.

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