Infermieri all'ospedale «Siamo troppo pochi»

Manca personale all'ospedale di Tione. E a ribadirlo oggi sono gli infermieri, quel pezzo di sanità con il quale malati e famiglie hanno più a che fare e spesso possono aggiungere o togliere quel calore umano che serve nei momenti difficili.
Cavalese e Arco, per fare il paragone con punti ospedalieri simili, hanno i tre infermieri a turno prescritti dalla legge, ma a Tione sono solo in due, più un operatore socio-sanitario.
«I requisiti dell'azienda sanitaria prevedono di dare una connotazione specialistica agli ospedali di valle ? spiega Fabio Lavagnino, rappresentante sindacale di Nursing up - ma la realtà si discosta da quanto stabilito. Se uno dei due deve seguire un paziente in uscita per un'emergenza, l'altro deve seguire il reaparto, rimane scoperta di fatto l'accettazione del pronto soccorso. Come si fa ad arrivare in un pronto soccorso e non trovare qualcuno che ti ascolti immediatamente?».
Ottima domanda, a Tione pare proprio che si debba fare. Peraltro la formalità del criterio dei posti letto aggiuntivi previsti in pronto soccorso per le osservazioni ? dalle 24 alle 48 ore ? prevista dalla nuova organizzazione della sanità trentina è rispettata, ma si rischia di rimanere da soli su quei posti letto se si capita all'ospedale di Tione perchè non c'è il personale infermieristico che può seguire il paziente e allo stesso tempo gestirsi anche il pronto soccorso. Spesso il secondo infermiere di turno è impiegato nei cosiddetti Trasporti Secondari Urgenti, quindi il rischio clinico per chi arriva in pronto soccorso e si trova ad aspettare, aumenta.
«La sicurezza del paziente ? continua Fabio Lavagnino - è uno degli aspetti critici da prendere in considerazione».
La richiesta del sindacato Nursing up è quella di un intervento celere per aumentare la presenza di personale infermierstico durante i turni diurni dalle 8 alle 20, che soprattutto nel periodo di maggiore afflusso turistico porterebbe beneficio per le persone che accedono al servizio garantendo ad operatori e utenti maggiore sicurezza e di abbassare il rischio di eventi avversi. «Va bene gli elicotteri, va bene la specializzazione, ma i servizi di base come il pronto soccorso hanno da funzionare per davvero - rincara Lavagnino - non si può farlo funzionare sulla carta ma nella pratica poi l'assistenza è carente. I dati sono inconfutabili».
I dati sono quelli che valgono a livello nazionale: meno persone vanno nei pronto soccorsi, ma l'emergenza ospedaliera fatica di più a rispondere alle esigenze dei pazienti. Le cause sono principalmente i 71 mila posti letto tagliati dal 2000 a oggi, ai quali si aggiugeranno altri 3mila posti letto tagliati a seguito dei nuovi standard del Patto per la Salute, il blocco del turnover e la riforma territoriale che arranca. Il caso degli infermieri di Tione è da riportare alla riforma e il personale tionese chiede semplicemente ugual trattamento rispetto ad altri nosocomi. D.R.

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