Eccellenze

Sebastian Cavada, 25 anni e una laurea ad Abu Dhabi: l'IA e la voglia di casa

Nato e cresciuto a Molina di Fiemme, si occupa di ricerca. A Palazzo della Magnifica Comunità a Cavalese è stato il protagonista della presentazione ufficiale del progetto "Fiemme Community", ideato da Fondazione FiemmePer, che mira a connettere le persone fiemmesi che oggi vivono, studiano o lavorano in Italia o nel mondo

di Andrea Orsolin

CASTELLO MOLINA DI FIEMME. Scoprire il pianeta, imparare cose nuove e viaggiare tra i continenti del globo è uno spettacolo, ma l'aria di casa fa sempre un gran bene. Chiedere a Sebastian Cavada, neolaureato in Computer Vision alla Mohamed Bin Zayed University of Artificial Intelligence di Abu Dhabi. Venticinque anni, di Molina, è tornato in val di Fiemme e in questi giorni racconta la sua vita A Palazzo della Magnifica Comunità a Cavalese è stato il protagonista della presentazione ufficiale del progetto "Fiemme Community", ideato da Fondazione FiemmePer, che mira a connettere le persone fiemmesi che oggi vivono, studiano o lavorano in Italia o nel mondo. Martedì alle ore 18 sarà invece al biolago di Predazzo, ospite dell'"APERitivo con l'Intelligenza Artificiale". Di questo si occupa oggi Sebastian, dopo aver studiato Computer science all'Università di Bolzano e aver ottenuto - lo scorso mese - il titolo di studio negli Emirati Arabi Uniti nella magistrale di ricerca.
Sebastian, in cosa consiste il suo lavoro?
«Faccio ricerca nel campo dell'Intelligenza Artificiale (IA). Nello specifico, faccio un lavoro di computer vision, mi occupo di analizzare immagini e video, cercando di studiare l'ambiente circostante a quello in cui mi trovo, capendo la tridimensionalità nello spazio».
Un esempio concreto?
«Aiuto i robot a conoscere come si deve muovere in un determinato luogo».
Qual è il suo giudizio sull'IA? Spesso viene criticata…
«Sono molto a favore, desidero continuare a svilupparla, perché credo ci porterà molti benefici a lungo termine. Bisognerà tenere l'attenzione sull'utilizzo che ne viene fatto, evitando che la tecnologia serva per fare cose non eticamente giuste o distruttive. Un uso giusto e corretto è possibile».
Non c'è il rischio che la nostra vita venga stravolta dall'IA?
«Non dobbiamo essere rimpiazzati dall'IA, ma andare avanti insieme. In Europa la regolamentazione in corso sta rallentando la ricerca, che nel resto del mondo va avanti ad un'altra velocità, con più investimenti. Gli Stati Uniti sono in prima fila, poi c'è la Cina».
Il rischio non è quello di adagiarsi sull'IA, a discapito della creatività personale?
«Dipende dall'uso che ne vogliono fare le persone. L'arte e gli artisti non spariranno, l'IA non sa fare tutto. Però conosco gente che non è mai stata brava a disegnare e ora ha imparato attraverso l'IA».
Cosa prevede la sua vita nel prossimo futuro?
«Sono indeciso tra l'ambito accademico e il mondo delle start up, ma mi occuperò comunque sempre della ricerca. Quest'estate terrò conferenze sul tema, poi farò un tirocinio in azienda e farò il dottorato in Europa».
Ti piacerebbe tornare in val di Fiemme, un giorno?
«Assolutamente. Ho sempre amato viaggiare, ma con la val di Fiemme nel cuore. Quando sono all'estero mi mancano le montagne di casa. Per questo voglio imparare più che posso in giro per il mondo e un giorno portare la mia conoscenza in Trentino, dove le eccellenze non mancano di certo».

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