Il racconto

Violenza di genere, quando a far male sono le donne. La testimonianza: “Io vittima di maltrattamenti”

La realtà «Uomini e Padri» si mette a disposizione di chi vive situazioni simili. E diversi uomini hanno deciso di parlare

VAL DI FIEMME. Violenza di genere: quando a subire sono gli uomini. Il tema della violenza di genere è al centro dell'attenzione pubblica e mediatica. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la narrazione si concentra quasi esclusivamente sulla violenza maschile contro le donne. Un fenomeno reale e drammaticamente che richiede tutto l'impegno possibile. Ma esiste anche un altro volto della violenza di genere, più silenzioso, meno raccontato: quello degli uomini vittime di violenza da parte di donne. Anche in val di Fiemme, alcuni uomini hanno deciso di parlare.

Abbiamo posto loro una domanda diretta: «Hai mai subito stalking o violenze da parte di una donna?». Le risposte ricevute - tutte raccolte in forma anonima - raccontano una realtà che spesso resta ai margini del discorso pubblico. «Sì, con ricatti anche, ma soprattutto bombardato di chiamate e messaggi. Mi sono sentito violato nella mia libertà». «Ex collega di lavoro, invaghita di me. Mi ha messo una mano sulla gamba un giorno, ha preso il mio numero da un gruppo WhatsApp. Non mi ha dato tregua per mesi».

«Mi è successo di subire stalking e violenza quando ero minorenne. Lei (più grande) si approfittò della mia poca lucidità». «Assolutamente sì, con apparente giustificazione di genere. 'Pensa a come rideranno di te, quando andrai a querelare una donna per stalking'». «Lei mi chiamava in continuazione. Ho dovuto spegnere il cellulare. Quando ci vedevamo nel mio contesto lavorativo, dove non potevo cacciarla, mi metteva le mani addosso. Se fosse stato l'opposto, sarei finito sicuramente in carcere».

Queste testimonianze, seppur diverse tra loro, hanno un tratto comune: la difficoltà nel farsi credere, la vergogna nel raccontare e il senso di isolamento. Sono storie che mostrano quanto sia ancora difficile per un uomo ammettere di essere stato vittima, soprattutto quando la società tende a minimizzare o a ridicolizzare questo tipo di vissuto. Parlare di questi episodi non sminuisce la gravità e l'urgenza della violenza contro le donne, né vuole metterla in discussione, ma è altrettanto importante riconoscere che la violenza può avere molte forme e molte direzioni e che ogni vittima merita ascolto, rispetto e protezione.

Sensibilizzare su entrambi i fronti è una questione di giustizia e di equilibrio. È necessario uscire da una logica che contrappone, per abbracciare una visione che comprende: la violenza di genere non è una guerra tra sessi, ma un problema culturale e sociale che riguarda tutti. Senza eccezioni. In questo contesto è nata una realtà nuova, ancora in fase di avvio, ma già molto significativa. Si chiama "Uomini e Padri" e a fondarla è stato Walter Deflorian, un padre che, dopo la propria esperienza di separazione, ha deciso di mettersi a disposizione di altri uomini che vivono situazioni simili.

«Quello che vogliamo dire con questa associazione», ci racconta Walter, «non è che gli uomini non sbaglino. Ma che troppo spesso, quando a sbagliare è una donna, il sistema fatica a riconoscerlo. E così molti padri finiscono per pagare un prezzo altissimo, anche quando cercano solo di mantenere un legame sano con i figli». La sua non è una battaglia contro nessuno, ma per qualcosa: una giustizia più equilibrata, più umana. «Non è una questione di genere», ci tiene a sottolineare Walter, «ma di co-responsabilità. Per arrivare a una giustizia vera, bisogna che uomini e donne lavorino insieme, senza discriminazioni».

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