Eventi / Tradizioni

Predazzo, uno spettacolo che si ripete: per San Martino bruciano le “àse” cosparse di benzina

Come ogni 11 novembre, sui pendii di Predazzo si sono accesi cinque grandi fuochi ed è esploso in tutto il paese un gran baccano. L'antropologo Giovanni Kezich su questa tradizione ha condotto uno studio: "San Martino è il Santo legato agli antichi culti del dio Marte che condivide il suo mantello per darlo al povero"

di Andrea Orsolin

PREDAZZO. Oggi è il giorno di San Martino (tra i primi non martiri ad essere santificato dalla Chiesa) una festa che per certe caratteristiche si presenta come una specie di carnevale in anticipo. Non c'è una data precisa che dà inizio a questa tradizione, molto sentita dalla comunità e che si tramanda di generazione in generazione.

L'occasione si presenta ogni anno l'11 novembre, giorno dei funerali del Santo nell'odierna città francese di Tours, ma anche giorno nel quale la Regola feudale di Predazzo - proprietaria di ampie risorse di bosco e di pascolo - è solita distribuire le regàlie ad ogni Vicino (residente) avente diritto, cioè i dividendi provenienti dalla vendita di legname, dall'affitto di terreni e, recentemente, dalla gestione di due rifugi.

Questa occasione è accompagnata dall'accensione di grandi cataste di legna, dette asse, cosparse di benzina per esplodere come una bomba. Da diverse settimane i predazzani si sono messi al lavoro per erigere le cataste, una per ogni rione del paese: la Bìra, Borgo Nuovo, Iscia, Molìn-Pé de Pardac e Sommavilla. Le operazioni hanno coinvolto molti giovani, che ne hanno approfittato per ritrovarsi e fare festa assieme. Sono seguite sfide di iniziazione per scegliere chi avrà il prestigioso compito di appiccare il fuoco, una persona scelta attraverso giochi di abilità e domande varie.

A Predazzo bruciano le "áse" nel giorno di San Martino: che spettacolo le fiamme che si innalzano verso il cielo

Sono stati accesi, sui pendii di Predazzo, i grandi fuochi della festa di San Martino, le “áse”. Le grandi cataste, dalle forme curiose, sono state preparate per settimane.

La creatività come sempre non è mancata - come testimoniano le foto qui a fianco - con tanto di allestimento di una moka del caffè. Quasi un peccato che ne rimarranno solo le ceneri. L'appuntamento rappresenta un momento di sfogo, tanto che l'amministrazione comunale e le forze dell'ordine non si risparmiano in raccomandazioni sulla buona condotta e il rispetto delle regole.

I roghi sono accompagnati dalle scampanate dei giovani vestiti da vecchi montanari - gillet, camicia a quadri, cappello, scarponi, sigaro o pipa - un campano come quelli messi al collo delle mucche, legato in vita dal collare. Dai cinque spiazzi parte poi la sfilata a scendere verso il centro del paese, fino alla piazza dei Santi Filippo e Giacomo dove si svolge l'ultima "scampanelada" tutti insieme.

Simili eventi si trovano anche altrove e organizzati in diversi momenti dell'anno. «Il simbolismo è lo stesso di quello che ritroviamo a Predazzo - ci dice l'antropologo Giovanni Kezich, che su questa tradizione ha condotto uno studio - e si ritrova in diverse nazioni europee di area cattolica e ortodossa. San Martino è il Santo tradizionalmente legato agli antichi culti del dio Marte, una divinità agraria, che condivide il suo mantello per darlo al povero».

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