Dolomiti / La tragedia

Preoccupa la massa di ghiaccio rimasta sulla cima della Marmolada, ma si esclude di farla saltare

I tecnici del Soccorso alpino spiegano che il materiale è scivolato fino a 300 km/h sull'acqua accumulata, che ha fatto da scivolo

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TRENTO. Per ora pare tramontata l'ipotesi di intervenire facendo brillare la parte di seracco rimasta attaccata alla cima della Marmolada.

Una situazione che rende pericoloso anche l'intervento dei soccorsi. Lo si apprende da fonti del Soccorso alpino.

Sulla dinamica del distacco che ha provocato ieri il crollo di ghiaccio dalla Regina delle Dolomiti, si apprende che a fare da "scivolo" all'enorme mole di materiale è stato un accumulo di acqua di fusione nella conca sotto la vetta: quando il pezzo di ghiaccio si è staccato verticalmente non aveva appoggio ma, appunto, solo acqua.

Si stima che la massa di ghiacico e detriti abbia raggiunto una velocità di circa 300 km/h, scivolando a valle per oltre mezzo chilometro.

Questa mattina, dai sorvoli svolti con i droni e dalle analisi tecniche svolte, è emerso che l'acqua accumulata sta defluendo e questa, dicono i soccorritori, è una cosa positiva, perché non ci sono nemmeno più accumuli nella zona della calotta, ed è "un segnale rassicurante", conferma un soccorritore.

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