Marmolada / La tragedia

"Il crollo e poi un fiume di ghiaccio, difficile che ci siano sopravvissuti"

Parla il numero uno del Soccorso alpino, Walter Cainelli. I feriti salvi perché investiti solo dallo spostamento d'aria e da piccoli detriti. Il  dirigente della Protezione civile, De Col: "Ghiacciaio non accessibile, al momento le ricerche proseguono, anche durante la notte, con i droni dei vigili del fuoco. Domani altre verifiche con gli esperti"

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TRENTO. "I primi testimoni hanno parlato di una quindicina di persone. In tutto quattro cordate, due in alto, sulla via normale, e due più in basso. Ma non sappiamo esattamente da quante persone fossero composte e dobbiamo basarci su ipotesi. Ci sono blocchi di ghiaccio che vanno dai venti centimetri al mezzo metro ed è difficile che ci siano dei sopravvissuti".

Così Walter Cainelli, numero uno del Soccorso alpino del Trentino.

I feriti si sono salvati perché erano lontani dall'area dell'evento, investiti prevalentemente dallo spostamento d'aria e da piccoli detriti.

"Purtroppo ci sono residui in quota e c'è una crepa sulla parte sommitale del ghiacciaio, quindi bisogna intervenire il prima possibile ma non sottovalutando il rischio per i soccorritori. Il distacco è avvenuto attorno ai 3.000 metri (la vetta è appena 343 metri sopra, ndr) e le ricerche si sono concentrate ad una quota di 2.500-2.800 metri. L'ascesa era considerata sicura ma con questo caldo e lo zero termico che si alza...", ha aggiunto Cainelli.

A Cainelli fa eco il capo della Protezione civile trentina, Raffaele de Col, intervenuto alla conferenza stampa a Canazei: "Sulla Marmolada, a 3.000 metri, trecento dalla vetta, tra punta Rocca e Punta Penia, si è staccato "un fiume di ghiaccio. C'è stato un crollo del ghiacciaio e si è staccata una massa di enormi dimensioni che ha percorso il ghiacciaio per chilometri scavalcando un seracco e arrivando fino nella parte inferiore del ghiacciaio. Tutto quello che potevamo fare in sicurezza è stato fatto. La quota dello zero termico è 4.300 metri e quindi è inutile dire che l'elemento termico è tra quelli determinati ma non escludiamo una combinazione con un evento geologico e domani sarà fatto un sopralluogo".

De Col ha spiegato che restano incertezze sul bilancio della tragedia: "Non abbiamo certezza di nulla sui dispersi, al momento. Le chiamate dei famigliari sono parecchie, anche solo per informazioni".

Le ricerche da parte di personale del soccorso alpino e dei vigili del fuoco sono state sospese ma proseguono con i droni dei vigili del fuoco. Anche questa notte il ghiacciaio sarà illuminato e proseguiranno i controlli. Domani sarà fatta una valutazione con i glaciologi di Arabba (Belluno) e Meteo Trentino e anche un geologo valuterà le cause del crollo. "Il seracco è ancora ampiamente aperto e vanno fatte verifiche sulla stabilità. È stata fatta una ordinanza di divieto assoluto al ghiacciaio condivisa dai Comuni di Canazei e da quello di Rocca Pietore", ha concluso De Col.

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