Sanità / Il caso

Ospedale di Cavalese, dal Nucleo di analisi un’informativa alla giunta: nodi da sciogliere di competenza politica

I nodi in questione non sono poca cosa: c'è ad esempio la questione dei servizi di viabilità collegati alla futuribile Città della Salute (116.000 metri cubi, su una superficie complessiva di 32.000 metri quadrati, comprensiva dell'area di atterraggio dell'elicottero

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CAVALESE. E ora la parola passa alla politica: alla giunta provinciale e ai territori, cioè i comuni delle valli di Fiemme, Fassa e Cembra. Da mesi si parla del progetto del nuovo ospedale di Cavalese - un disegno pensato per la piana di Masi, promosso, quale partenariato pubblico-privato, da una cordata di imprenditori (capofila Mak Costruzioni, con Siram, Dolomiti Energia e Banca Intesa nel ruolo di finanziatore) - che è un project financing (da 132 a 138 milioni di euro) alternativo al piano di rilancio dell'attuale nosocomio (47 milioni).

Ora si deve pronunciare la giunta provinciale perché il Navip (Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici) ha fatto avere all'esecutivo - guidato dal governatore Maurizio Fugatti - un'informativa. Parliamo di una "relazione di massima" in cui, parafrasando, i tecnici (in buona parte dirigenti della Provincia) dicono all'inquilino di Piazza Dante: il progetto di Noc (Nuovo ospedale Cavalese) potrebbe anche andare bene (con alcuni aggiustamenti sul piano finanziario), ma sei tu, con i tuoi assessori, a dover sciogliere alcuni nodi.

Così, mentre i vertici della società che guida l'Ati, la Mak di Mirko e Andrea Pellegrini, stanno aspettando un pronunciamento del Navip (dopo il deposito del progetto con l'adeguamento alle prescrizioni) e quindi stanno aspettando di poter metter mano alle betoniere, i tecnici chiamano in causa la regia politica.

I nodi in questione non sono poca cosa: c'è la questione dei servizi di viabilità collegati alla futuribile Città della Salute (116.000 metri cubi, su una superficie complessiva di 32.000 metri quadrati, comprensiva dell'area di atterraggio dell'elicottero); c'è il raccordo con i servizi territoriali e c'è l'applicazione della disciplina urbanistica (tasto dolente, oggetto di una serie di criticità evidenziate anche dall'ex assessore provinciale ed ex sindaco di Cavalese Mauro Gilmozzi.In pratica il Navip si dice pronto ad andare in "negoziazione" con l'Associazione temporanea di imprese che la scorsa primavera ha depositato la proposta, ma resta sul tavolo il problema principale, quello della localizzazione: la piana di Masi di Cavalese (ma si era parlato anche di uno spostamento a Predazzo), oggi area verde, sede anche di un vivaio.

Per mesi la giunta provinciale ha detto che si doveva aspettare il pronunciamento dei tecnici. Il Navip al momento non ha detto nulla di ufficiale ed ha anzi la scorsa settimana ha buttato la palla nel campo politico. Per avere un'idea dell'aria che tira, ricordiamo che in una lettera del luglio scorso l'Azienda provinciale per i servizi sanitari ha scritto al Navip dicendo che l'operazione di recupero dell'ospedale esistente non sarebbe l'ideale per logistica e tempi di attesa (almeno 5 anni). «L'ipotesi della costruzione di un nuovo ospedale - si legge - (...) risulta certamente meno impattante sulla continuità della funzione nosocomiale; infine, si ritiene utile e necessario segnalare che - qualora venga realizzata una nuova struttura - l'immobile attuale non sarebbe più di interesse per finalità sanitarie e pertanto andrebbe collocato nel patrimonio disponibile della Provincia autonoma di Trento».

Messaggio chiaro. Si attende ora la chiarezza della giunta provinciale, che si appellerà a quella dei Comuni. Nelle valli del Noce a lavorare in difesa del progetto originario di rilancio dell'ospedale esistente c'è solo il sindaco di Cavalese Sergio Finato con la sua giunta. La sua posizione - contro la costruzione di un polo ospedaliero ex novo a Masi - è sostenuta anche da Italia Nostra e Acli, oltre che dalle forze di minoranza in consiglio provinciale (Pd, Patt, Futura, Cinque Stelle più Claudio Cia di Fratelli d'Italia), con il ruolo di oppositore della prima ora riservato a Filippo Degasperi.

Il consigliere di Onda Civica ha sempre parlato di «gestione opaca» della politica sanitaria trentina ed è stato lui a fare un'interrogazione su quanto denunciato dal sindaco Finato: il primo cittadino in settembre ha trovato nella posta ricevuta dell'account email ereditato dal suo predecessore Silvano Welponer un messaggio con allegate planimetrie di un progetto per uno nuovo ospedale da realizzare nella piana di Masi. A inviare a Welponer tutto il materiale, il 15 maggio 2020 (circa un anno prima del deposito della proposta di nuovo ospedale), era stato il commissario della Comunità di Valle Giovanni Zanon, che all'epoca dell'ente era presidente.

Per circa un anno quelle informazioni sono state tenute nascosti all'opinione pubblica. Sulla gestione della partita ospedale il consigliere Pd ed ex assessore alla salute Luca Zeni ha detto che qualche imprenditore potrebbe sentirsi danneggiato e rivolgersi quindi alla magistratura». Ora la parola a Provincia e Comuni.

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