Salute / Il dibattito

Nuovo ospedale di Cavalese, i ladini scelgono il progetto Mak. Magari a Predazzo

Guglielmi (Fassa): «Speculazioni politiche, e Zanon non ha fatto nulla di male». Detomas: «I nuovi ospedali non si fanno in centri urbani, per noi importante che sia raggiungibile in fretta»

di Andrea Tomasi

CAVALESE.  «Ho visto sfilare politici a caccia di consenso elettorale. Ho visto colleghi del consiglio provinciale schierati per la ristrutturazione dell'ospedale di Cavalese, che ristrutturazione non è. Quanto a Giovanni Zanon, commissario della Comunità di Valle di Fiemme, non vedo cosa abbia fatto di male».

Luca Guglielmi, consigliere provinciale della Lista Fassa ed unico esponente ladino a Trento, difende la linea governativa. E cosa dice della mancanza di trasparenza circa l'operazione immobiliare sulla piana di Masi? Cosa dice dei dati e delle planimetrie della «Città della Salute» che nel 2020 (un anno prima del deposito, da parte di una cordata di imprenditori, di una proposta di nuovo polo ospedaliero) sono passate di mano in mano, dalle mani dell'allora presidente della Comunità di Valle Zanon a quelle dell'allora sindaco Silvano Welponer, con la "benedizione" del governatore Maurizio Fugatti, che aveva chiesto massima riservatezza? Dati e disegni tenuti nascosti, mai portati all'attenzione del pubblico. «Io dico che un presidente di Comunità che ha inviato un'email non ha fatto niente di male. Ricordiamo che il 2020 è stato l'anno della pandemia e Zanon aveva molte cose di cui occuparsi e forse di quell'email si è pure dimenticato».

Il consigliere Pd ed ex assessore provinciale alla salute Luca Zeni, parlando dell'email fantasma e della legge in materia urbanistica, ha detto che del caso si potrebbe interessare la magistratura. «Sono speculazioni politiche, legittime, ma pur sempre speculazioni - replica Guglielmi - Poi non credo che spetti alla politica dire cosa dovrebbe o non dovrebbe fare la Procura». Quanto al progetto in sé - parliamo del disegno presentato dall'Ati guidata dalla Mak Istruzioni, per un partenariato pubblico privato da 132 a 138 milioni di euro, alternativo al progetto di rilancio dell'attuale ospedale, da 47 milioni - Guglielmi ribadisce un concetto a lui caro: «Smettiamola di dire che è l'ospedale di Cavalese. È l'ospedale delle Valli dell'Avisio e la famosa ristrutturazione dell'esistente è una demolizione con ricostruzione. Il rischio, nel frattempo, è di vedere i professionisti della sanità andare altrove».

Questa la posizione del centrodestra fassano, ma nella stessa valle, sulla sponda del centrosinistra, il procurador Beppe Detomas ha una linea similare: «Al di là della posizione della giunta del sindaco Sergio Finato e di associazioni ambientaliste e non solo, non va dimenticato che l'ospedale deve servire anche la Val di Fassa, da dove viene la maggioranza dei pazienti, sia durante la stagione estiva sia durante quella invernale».

Dice che la collocazione è rilevante: «Noi fassani, investendo poco più tempo, potremmo raggiungere l'ospedale di Bolzano, che è struttura di prima fascia e tra poco diventerà clinica universitaria. Per arrivare all'attuale ospedale in centro a Cavalese dal fondovalle si impiegano dai 10 ai 15 minuti, neve e traffico permettendo. I nuovi ospedali non si costruiscono nelle zone residenziali. Questa è una cosa risaputa».

Oltre a Masi ci sarebbe l'ipotesi Predazzo o Ziano. «Per noi sarebbe anche meglio, anche a Moena non sarebbe male, se è per questo, ma i fiemmesi non sarebbero d'accordo» dice ridendo.

Ma serve veramente avere un ospedale nuovo per le Olimpiadi 2026? Se un campione dovesse avere un incidente non si fa prima a portarlo altrove in elicottero (Bolzano, Trento, Milano...)? «L'ospedale a 5 minuti serve perché comunque ciò che conta sono quei primi minuti per stabilizzare un paziente. Poi rispettare i tempi prefissati, per avere un ospedale efficiente entro il 2026, oggi mi pare una cosa complicata».

E della questione trasparenza, della telenovela immobiliar-sanitaria riguardante un progetto di «Città della Salute», con l'email fantasma - quella delle planimetrie, tenute nascoste per più di un anno alla pubblica opinione - cosa pensa il procurador Detomas? «Dico solo che, da amministratore pubblico, di questa faccenda ho avuto notizia solo leggendo il giornale».

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