Sanità / Il caso

Nuovo ospedale di Cavalese, Zeni attacca Fugatti: «Una vicenda che potrebbe interessare la Procura della Repubblica»

L’ex assessore alla sanità attacca le «risposte insoddisfacenti» date in Aula dal presidente, e ricostruisce un fitto lavorio di incontri fra giunta, politici locali e imprenditori privati ben prima del progetto Mak

L'AFFARE Tutta la vicenda spiegata bene
SILENZIO Le nostre otto domande a cui Fugatti non risponde
SEGRETI Zanon, Welponer e quella mail galeotta

di Andrea Tomasi

CAVALESE. «Una politica sanitaria opaca, un governatore che non risponde alle domande sulla richiesta di riservatezza in materia di ospedale. Vedremo come andranno le cose. Vedremo se, alla fine, la Provincia sceglierà la via della realizzazione del nuovo polo ospedaliero a Masi di Cavalese, accantonando il progetto di recupero dell'ospedale esistente. A quel punto qualche imprenditore potrebbe sentirsi danneggiato e qualcuno potrebbe rivolgersi alla magistratura perché l'iter amministrativo mi pare tutto tranne che trasparente».

La tocca piano Luca Zeni, consigliere provinciale del Pd, ex assessore alla sanità (da luglio 2015 a ottobre 2018, con la giunta di Ugo Rossi). Attacca il presidente in carica Maurizio Fugatti e critica tutta la gestione dell'affare ospedale.

Lo fa a Cavalese, davanti al nosocomio, insieme alla collega Sara Ferrari (Pd), Michele Dallapiccola (Patt), Paola Demagri (Patt) e Paolo Zanella (Futura). La presenza delle forze di opposizione serve anche per "sentire il polso della situazione".

A sensibilizzare la gente di Fiemme c'erano anche Tiziano Cova (Pd di Fiemme e Fassa) e l'ex assessore provinciale Mauro Gilmozzi (Upt). Tutti insieme per dire no al progetto Mak Costruzioni: la società di Lavis è a capo di un'Associazione temporanea di imprese, di cui fanno parte Siram, Dolomiti Energia e Banca Intesa come soggetto finanziatore, per un partenariato pubblico privato da 132 a 138 milioni di euro (tanto costerebbe, nel complesso il nuovo polo della sanità per le valli di Fiemme, Fassa e Cembra, contro quello di ristrutturazione da 47 milioni).

Ma al di là dei soldi e dei tempi di realizzazione (più si va avanti e meno probabile diventa l'ipotesi di consegna per le Olimpiadi del 2026) al momento - come nota Zeni - c'è il nodo politico sa sciogliere «perché - dice - le risposte date da Fugatti nella seduta del consiglio provinciale di martedì sono del tutto insoddisfacenti».

«Fugatti non può limitarsi a dire che si deve aspettare il parere del Navip (Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici) sull'interesse della Provincia alla proposta dei privati. Ricordiamo che il governatore nell'ufficialità è andato avanti a dire che si portava avanti il piano di ristrutturazione, ma la verità è che per un anno (almeno per tutto il 2020) ha agevolato incontri tra pubblici amministratori della valle e imprenditori privati, interessati alla costruzione di un ospedale nuovo, da realizzare in project financing. La questione potrebbe interessare anche la Procura della Repubblica».

Il riferimento è alle norme in materia urbanistica, ma anche all'email che il 15 maggio 2020 Giovanni Zanon, allora presidente e oggi commissario della Comunità di Valle, inviò all'allora sindaco di Cavalese Silvano Welponer: un messaggio di posta elettronica con allegati dati e planimetrie riguardanti la possibile costruzione di un ospedale nella piana di Masi. Il contenuto di quell'email non è mai stato portato all'attenzione del pubblico (non in Comunità di Valle, non in consiglio comunale e tantomeno in consiglio provinciale). Rimase, stando a quanto emerso finora, nei cassetti della scrivania di Zanon e in quelli di Welponer.

Il tutto con la "benedizione" di Fugatti che - come detto e confermato da Zanon - aveva chiesto riservatezza. Insomma, mentre sui giornali e nelle istituzioni si parlava di recupero dell'attuale ospedale, in "privato" gli amministratori pubblici pensavano ad altro. La proposta di partenariato pubblico privato è arrivata quasi un anno dopo, a maggio 2021.

E di quel carteggio non si sarebbe saputo nulla se l'email non fosse stata trovata dal nuovo sindaco Finato nell'account istituzionale.

Zeni fa eco alla denuncia fatta, a più riprese, dal consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi, che ha portato il caso in consiglio e l'ex assessore va oltre: «In aula la questione noi l'abbiamo posta: il privato può fare una proposta di partenariato pubblico privato se quell'area è già destinata a determinati servizi (ospedalieri, in questo caso). Il principio programmatorio è in capo al pubblico. Se la giunta provinciale voleva fare quello (cioè puntare su un ospedale nuovo) doveva dirlo e individuare prima l'area migliore e poi bandire una gara. Lo prevede la legge. Alla giustizia - che sia penale, civile o amministrativa - questo potrebbe interessare. Invece abbiamo visto commistioni pubblico-privato e informazioni fatte circolare fra pochi e sostanzialmente tenute nascoste ai cittadini». Di questo e delle conseguenze politiche si parlerà nell'incontro pubblico annunciato dalle minoranze per mercoledì prossimo alle 20.30 al PalaFiemme.

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