Sanità / Il caso

Nuovo ospedale di Cavalese, le nostre otto domande a Fugatti (che non ci risponde)

Dimissioni di Zanon, progetti già noti da sedici mesi ma «silenziati», l’affare Mak e anche le «misteriose» dimissioni dello scario Boninsegna di un anno fa: tutto quello che ci piacerebbe sapere

RETROSCENA Zanon e Welponer e quei progetti "segreti"

 

di Giorgia Cardini

CAVALESE. Una poltrona eccellente che balla: quella dell’ex presidente e ora commissario della Comunità di Fiemme, Giovanni Zanon. Un caso che diventa sempre più politico: quello del progetto di «Città della salute», il nuovo ospedale da oltre 120 mila metri cubi proposto dalla cordata guidata da Mak Costruzioni di Lavis nella piana di Masi di Cavalese. E un presidente della Provincia che, contattato più volte per avere chiarimenti pubblici, non risponde al telefono né ai messaggi.

Promette scossoni, l’e-mail che Zanon il 15 maggio 2020 inviò all’ex sindaco della cittadina fiemmese, Silvano Welponer, allegando le planimetrie del progetto di cui si discute ufficialmente solo dal marzo scorso. Zanon, dopo che il carteggio è stato portato alla luce, ha manifestato la volontà di dimettersi (l’Adige di venerdì e ieri), ma in un messaggio ai sindaci della valle ha giustificato il fatto di non aver parlato di questo progetto con altri se non con Welponer «perché su questa iniziativa era stata chiesta riservatezza, espressamente dal presidente della Provincia».

Ora, se la riservatezza può essere comprensibile finché le cose sono in una fase molto preliminare, va ricordato che già nell’estate 2020 l’ex scario della Magnifica Comunità Giacomo Boninsegna aveva contattato alcuni proprietari dei terreni ricompresi nella zona del vivaio della Maginifica per chiedere la loro disponibilità a venderli a una impresa privata. Che forse era la Mak e forse no, ma - guarda caso - proprio il fatto di non avere la disponibilità dei terreni necessari sta ponendo dei paletti all’approvazione del suo progetto da parte del Navip, il Nucleo di valutazione per gli investimenti pubblici al lavoro da mesi sui disegni e sulla compatibilità finanziaria dell’opera.

Ecco, al presidente Maurizio Fugatti l’Adige ha chiesto la disponibilità a rispondere ad alcune domande su quanto emerso.

Il presidente, contattato sabato via telefono prima delle 11, via Sms alle 11, via Whatsapp alle 15 e cercato nel pomeriggio anche tramite il capoufficio stampa (Gianpaolo Pedrotti) non si è fatto vivo.

Queste le domande che avevamo preparato.

1) È vero che un anno fa lei chiese a Giovanni Zanon di non parlare con nessuno dell’esistenza di un progetto alternativo alla ristrutturazione del vecchio ospedale di Cavalese?

2) Il progetto che fu dato a Zanon dall’ingegnere Franco Detassis era proposto dalla Mak così come quello depositato in marzo in Provincia (e annunciato come una novità), oggi in valutazione al Navip?

3) Giusto un anno fa (il 15 ottobre) ci furono anche le dimissioni di Giacomo Boninsegna da scario della Magnifica Comunità, dopo che era emersa la sua attività a favore della vendita di terreni agricoli a Masi a una impresa trentina interessata. Perché allora non diceste nulla?

4) Perché l’idea di fare un ospedale a Masi non è stata presentata pubblicamente prima di marzo?

5) Lei ritiene che stiate rispettando il patto con gli elettori, rispetto all’ospedale di Fiemme? Le ricordo che per anni la Lega ha dimostrato a Cavalese contro la precedente giunta, chiedendo la ristrutturazione del nosocomio e il mantenimento dei servizi.

6) Il Navip ha messo in evidenza molte carenze nel progetto Mak, che entro pochi giorni dovrà depositare una versione ampiamente corretta. Tra le richieste c’è anche un aumento di metratura e dunque di volumetria. Il progetto rispetta la legge provinciale che nel 2015 ha sancito la necessità di non consumare nuovo territorio?

7) L’Apsp, in una lettera, ha espresso molte perplessità sull’idea di ristrutturare il vecchio ospedale per questioni di funzionalità sanitaria. Ma a Borgo e Cles si sta procedendo con ristrutturazioni e nuove sistemazioni agendo sui complessi esistenti. Che differenza c’è?

8) Realisticamente, che speranze hanno le valli di Fiemme, Fassa e Cembra di avere un nuovo ospedale entro il 2026 come da voi promesso, ossia entro l’anno delle Olimpiadi invernali?

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