Sanità / La polemica

Il «meteorite» Mak travolge Cavalese, il nuovo ospedale diventa un caso

Il sindaco Finato vede il pericolo di «un altro caso Not», Giovanni Zanon è cauto, il circolo PD attacca: e il Pup provinciale non conta più niente?

IL PROGETTO: Nuovo ospedale a Masi, affare da 120 milioni

di Andrea Tomasi

CAVALESE. «È come se ti finisse un meteorite nel terreno di casa». Il nuovo ospedale di Masi di Cavalese, nella proposta della Mak Costruzioni, viene descritto come «qualcosa di impattante», che ruba «terreno incontaminato» in una valle il cui punto di forza è l'offerta di natura al turista. L'operazione promossa dalla società di Lavis, capogruppo di un'Associazione temporanea di imprese, consiste nella realizzazione ex novo di un ospedale (per le valli di Fiemme, Fassa e Cembra): un disegno alternativo a quello della ristrutturazione del polo esistente.

Il sindaco Sergio Finato cerca di tenere toni pacati, ma è evidente che le rivelazioni sui dati del progetto (qui l’articolo completo) non lo rasserenano. Il Navip (Nucleo per la valutazione degli investimenti pubblici proposti da privati) deve svolgere l'istruttoria (fino a 90 giorni) sul "piano Masi", ma ieri abbiamo fornito in anteprima alcuni dati che aiutano a fare il quadro della sanità nelle valli di Fiemme, Fassa e Cembra. «Io resto sulla nostra posizione. C'è un progetto approvato, finanziato e che, a livello di tempistica, ci permetterebbe di fare le cose più velocemente. Detto questo, aspetto di vedere le carte. Per quanto emerso finora posso solo dire che confido nella saggezza del Navip, che ha 90 giorni di tempo per decidere».

A chi gli fa notare che i fans del polo sanitario a Masi dicono che con il loro moderno ospedale tutto verrà realizzato in tempi rapidi e l'attuale struttura potrebbe essere trasformata in un grande albergo o in un'area residenziale, il primo cittadino risponde così: «Hanno fatto un cronoprogramma "interessante" ma si deve tener conto della modifiche dei piani regolatori, c'è il piano urbanistico provinciale. Grazie al cielo la pianificazione urbanistica spetta ancora agli enti pubblici e non ai singoli privati. Io aspetto e metto in guardia sull'operazione "ospedale di Cavalese": il rischio è di trovarsi con un Not (il nuovo ospedale di Trento, che ancora non esiste, ndr) o con un caso ricovero di Tesero».

Laico ma ironico è invece il commissario della Comunità di Valle di Fiemme Giovanni Zanon: «Non tifo per uno o per l'altro progetto. Io voglio la soluzione migliore per il nostro territorio. È da 20 anni che sento parlare di rilancio della sanità a Cavalese. Ho visto tre progetti e di questi solo una minima parte è stata realizzata. Ora mi aspetto che qualcuno, nello specifico la Provincia, ci dica quale è il disegno generale della Provincia (dove spesso ci si parla addosso riferendosi ad una non meglio precisata eccellenza della sanità locale) in cui si devono inserire le valli di Fiemme, Fassa e Cembra. E poi ci devono spiegare bene cosa si intende per "gestione privata". Se si parla di servizi sanitari affidati ai privati non mi va bene. Se si parla degli altri servizi può starmi anche bene».

E del progetto specifico con capogruppo la Mak Costruzioni? « Quel che è certo è che un progetto alternativo c'era da tempo. Se ne era parlato». Quando? «In gennaio il presidente Maurizio Fugatti ci aveva detto che la giunta puntava sul progetto di ristrutturazione ma che, se fosse arrivata una proposta diversa, la Provincia sarebbe stata costretta a vagliarla. Era metà gennaio e il progetto è emerso a metà marzo. Io dico che devono spiegarmi in cosa consiste esattamente questa finanza di progetto o questo progetto di finanza... Comunque a me interessa il bene della mia comunità. Se arriviamo per le Olimpiadi bene, ma se non arriviamo non morirà nessuno».

Intanto, in materia di project financing, registriamo lo scetticismo del presidente dell'Ordine dei Medici Marco Ioppi: «Questa formula non mi convince. Non sono contrario alle strutture private, che possono essere anche una concorrenza virtuosa al sistema pubblico (penso alla Solatrix ma, per uscire dal Trentino, al San Raffaele di Milano). Il problema sono gli ibridi, come quello prospettato per la gestione del possibile ospedale di Masi».

Sul caso interviene con una nota anche il Circolo di Fiemme e Fassa del Pd, che si dice «fermamente contrario alla costruzione di un nuovo ospedale». Perché? Per il rischio di consumare ulteriore territorio. «I servizi indotti che una struttura ospedaliera comporta è bene che restino collocati in area urbana. Auspichiamo che si ristabiliscano le regole democratiche, che non si calpestino le decisioni delle comunità locali, in primis, l'attuale Giunta comunale di Cavalese, la quale il nuovo ospedale lo vuole realizzare sull' area dove insiste quello attuale».

L'11 gennaio scorso la Conferenza dei sindaci di Fiemme si era espressa a favore della ricostruzione in loco del nosocomio. Contrari solo i comuni di Ziano e Valfloriana. «I progetti di investimento in vista del grande evento delle Olimpiadi invernali del 2026, dovranno tenere presente questa visione ecologica. In secondo luogo ci chiediamo cosa ci stia a fare la programmazione territoriale, il piano urbanistico provinciale, se poi lo andiamo a tradire in modo così plateale?».

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