Sanità/ Il caso

Risonanza magnetica all’ospedale di Cavalese: doveva fare 2500 esami l’anno, e invece...

Interrogazione di Degasperi e risposta di Segnana: «578 referti nel 2020», e sono ancora in corso le ricerche di tecnici che la facciano funzionare a pieno regime (è costata 375 mila euro)

di Giorgia Cardini

CAVALESE. Mentre aumenta l'attesa per sapere cosa contenga la proposta di realizzazione del nuovo ospedale in project financing, presentata da Mak costruzioni di Lavis, i problemi che affliggono l'ospedale esistente sono sempre i soliti: operatività ridotta, gestione condizionata dall'emergenza Covid, carenza di personale e via dicendo. Tra questi problemi, c'è quello del pieno utilizzo di un'apparecchiatura inaugurata il 25 febbraio 2019 e costata 370 mila euro, la risonanza magnetica.

Pallino e cruccio del consigliere provinciale di Onda Civica, Filippo Degasperi, che ha depositato più di una interrogazione sull'argomento. All'ultima, che risale al 10 gennaio scorso, ha risposto il 6 aprile l'assessora alla Salute Stefania Segnana, di fatto confermando le preoccupazioni sollevate da Degasperi ma condivise in valle di Fiemme.«L'apparecchiatura doveva erogare 2500 esami l'anno offrendo un servizio funzionale e moderno per rispondere al meglio alle esigenze di residenti e pazienti», scriveva Degasperi, ricordando che nel 2019 erano stati molti meno e chiedendo come era andata nel 2020, posto che, oltre a mancare un tecnico radiologo, poco dopo metà anno si era dimesso pure il direttore dell'Unità operativa di Radiologia, Maurizio Centonze.

Ebbene, ecco la risposta: «A Cavalese - elenca Stefania Segnana - sono stati eseguiti 896 esami RM ortopedici nel 2019 e 578 nel 2020; il dato del 2020 è giustificato in parte dalla limitazione della attività ambulatoriale legata alla gestione della pandemia Covid (marzo - maggio 2020 e ottobre - dicembre 2020)» . "In parte": perché, come segnalato da Degasperi nell'interrogazione, altri problemi hanno portato a sospendere le prenotazioni degli esami, «ripristinate dal 1° febbraio 2021, con l'assunzione dell'incarico del nuovo Direttore dell'unità operativa», ossia il dottor Michele Sessa, nominato il 6 gennaio scorso.

Aggiunge poi l'assessora che, per la ripresa delle attività RM, «in carenza di personale tecnico specialistico presso la sede di Cavalese, è stato temporaneamente impiegato il tecnico di radiologia assunto per l'ambulatorio ortopedico di primo intervento di Pozza di Fassa (non attivato a causa della sospensione della stagione sciistica 2020-2021)».

Ma i problemi di personale sono ora risolti? Non proprio: «Attualmente - risponde Segnana - è in corso una procedura concorsuale per l'assunzione dei TSRM (tecnici specialisti di risonanza magnetica, ndr) mancanti, mentre è già stato assunto dal 1° febbraio 2021 un nuovo medico radiologo in previsione del pensionamento del dottor Corrado Caruso».

In ogni caso, è la conclusione dell'assessora, «gli esami RM ortopedici eseguibili a Cavalese possono essere eseguiti presso le strutture pubbliche e private di Trento, Rovereto, Cles, Arco, attualmente senza tempi d'attesa».

«Insomma - commenta Degasperi - per un motivo o per un altro, la risonanza magnetica costata tanto non funziona»: in effetti, se nel 2020 l'apparecchio fosse stato usato per 12 mesi invece che solo per 6, gli esami sarebbero stati poco oltre i 1.150, ossia il 46% di quanti annunciati nel 2019. «E da Cavalese l'assessora, ricordando le altre sedi di esame, "suggerisce" di andare altrove, per evitare tempi di attesa. Ottima valorizzazione dell'investimento, non c'è che dire», conclude ironicamente (e amaramente) il consigliere di Onda Civica. 

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