Cavalese, i francescani lasciano il convento: «Drastico calo di vocazioni»

di Stefania Povolo

In questi giorni, con estremo dispiacere della comunità cavalesana, è apparso nella bacheca antistante la chiesa dei frati una breve comunicazione, firmata dal decando Don Albino Dell’Eva: a breve, la piccola comunità di frati francescani, per decisione della Provincia del nord italia del suddetto ordine, verrà chiusa. Il trasloco è già in corso, tendenzialmente terminerà dopo la festa di San Francesco, ai primi di ottobre.

«Il venir meno delle vocazioni rende praticamente impossibile alimentare con nuove presenze il convento e costringe i superiori dei frati a questa sofferta decisione: d’altra parte, l’età e la salute del nostri carissimi frati rendono sempre più oneroso il loro servizio.

Come sacerdoti non nascondiamo la seria preoccupazione di non poter più contare sulla loro collaborazione, fatta non solo di celebrazione delle Sante Messe, ma anche di ascolto delle confessioni, di accompagnamento spirituale, di animazione della preghiera e di tanto altro. Rimane poi il grave problema di che cosa ne sarà della struttura del convento» sono le parole di don Albino, rivolte al piccolo manipolo di frati, ormai anziani ma profondamente benvoluti da tutta la comunità, che silenziosamente e con amore, si è presa cura dei fedeli anche nei momenti più bui della vita, attraverso l’accompagnamento dei malati nel vicino ospedale di Fiemme.

All’interno della breve lettera, emerge la preoccupazione del parroco non solo per gli anziani fratelli del convento, ma anche per il futuro dello stesso edificio, un bene storico e custode di opere d’arte significative.

«Come comunità cristiane sentiamo tutta la responsabilità affinché la sua alienazione non percorra strade che lo portano al di fuori dell’ambito ecclesiale, con interventi per lo più di tipo speculativo. Per questo motivo il Vescovo Lauro ha sollecitato fin da subito le nostre parrocchie affinché prendessero in seria considerazione la possibilità di un acquisto della struttura, con l’impegno (gravoso dal punto di vista economico) a reinventare l’uso in sintonia con le necessità della vita cristiana di oggi soprattutto in ordine al nuovi bisogni di spiritualità. La loro partenza è una decisione insindacabile e irrevocabile che sta esclusivamente in capo ai frati stessi e ai loro superiori. Come parroco, su opportuno suggerimento del Vescovo, mi sto solo attivando affinché le nostre parrocchie si facciano carico responsabilmente delle conseguenze legate all’evento e il convento di Cavalese possa continuare essere a servizio della fede della nostra gente, pur in modalità diverse».

Voluto nel 1662 da Frate Marcellino Armani, su una donazione dei conti Firmian, assieme all’annessa chiesa dedicata a San Vigilio, il lussureggiante orto e il parco, il convento è stato nei secoli testimone spirituale assieme alla Pieve e alla chiesa dedicata a San Sebastiano del capoluogo fiemmese e custode silenzioso di pregevoli opere d’arte.

Una presenza fondante della comunità Cavalesana, quindi, destinata a una nuova vita; con la speranza che, nel cuore dei compaesani, permanga la voglia di restituire con la vicinanza cristiana e il buon utilizzo, un poco di quell’amore dispensato dalla lunghissima e devota attività della comunità francescana.

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