Suoni delle Dolomiti all'alba magia e silenzio, ma nella notte migliaia di auto in paese

Altro che incanto dei monti e magia del silenzio: questa notte Passo San Pellegrino è stato letteralmente invaso da migliaia di persone (e altrettante automobili): 3500 i partecipanti, secondo gli organizzatori. Infatti il Col Margherita, sopra passo San Pellegrino, ha ospitato il momento clou dei «Suoni delle Dolomiti» di quest’anno. E per molte ore, nel cuore della notte, il traffico a Moena è stato degno di una grande metropoli.

Come ci informa l’agenzia Ansa «alle prime luci del mattino 3500 persone sono salite a 2.500 metri di quota per assistere al racconto corale e orchestrale “E intanto si suona. Il viaggio lungo un secolo”, nato da un’idea di Mario Brunello e Alessandro Baricco, che si confronta con la guerra e l’umanità».

A valle però, dalle 3 di notte alle 5, un lungo serpentono di macchine, tanto che alcuni titolari degli hotel si sono visti rinfacciare il rumore e il disturbo dai loro ospiti. Tanto che stamattina hanno chiesto scusa ai clienti con un cartello appeso in reception. La situazione è ben documentata dal video che ci è stato inviato da un operatore di Moena.

IL VIDEO: IL TRAFFICO A MOENA ALLE 3 DI NOTTE

 

Secondo il comunicato stampa invece «Al centro la musica, la guerra, la pace, il silenzio (!), le piccole e grandi forme di resistenza contro la barbarie. E ancora la sconfitta e la rinascita. Un viaggio nel Novecento fino ai giorni nostri attraverso il diario del soldato Alessandro Silvestri. La musica è stata per lui ancora di salvezza nella bestialità della guerra e qui diventa occasione per muoversi tra parole e suoni e per andare là dove la parola guerra non è un semplice ricordo ma è ancora drammatica realtà».

Sul palco ad alta quota - nel cuore delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità Unesco - si sono esibiti musicisti e l’attore, Neri Marcorè. Giovanni Sollima ha composto per questo progetto il pezzo «Diaspora». In tanti, quindi, sul prato. E come sempre per i Suoni delle Dolomiti, il dubbio: forse troppo carico antropico?

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