Comun Generale della Magnifica l'ultima seduta prima dell'addio

Ultimo Comun Generale della Magnifica Comunità di Fiemme giovedì sera, sia per il mandato quadriennale che va a chiudersi (domenica 16 dicembre ci saranno le nuove elezioni) sia per la sua storia, visto che il nuovo Statuto ha previsto che questa istituzione, dopo le elezioni, verrà eliminato. All’ordine del giorno, la illustrazione del bilancio di previsione per il 2019. Un bilancio puramente tecnico, data l’imminente scadenza elettorale e la prospettiva che sia il nuovo Consiglio ad impostare la futura politica amministrativa dell’Ente. Di esso il Comun Generale ha preso atto, mentre sarà formalmente approvato nella prossima seduta del Consiglio dei Regolani, in programma il 20 dicembre. Prima di entrare nel merito delle cifre, lo Scario ha riassunto in sintesi la situazione che si è venuta a creare dopo l’evento disastroso di fine ottobre, che di fatto stravolge completamente la vita della Magnifica e che ha posto una serie di interrogativi importanti: di fronte agli oltre 250.000 metri cubi di legname schiantato (ultimo dato che appesantisce di molto le prime valutazioni), «in quanti anni» si è chiesto lo Scario, «saremo capaci di recuperare il materiale legnoso? Con quali costi? Dove stoccare il legname e come conservarlo? Come salvaguardare un prezzo decente? Quale sarà l’intervento pubblico? Quando uscirà l’ordinanza specifica della Provincia di Trento? Solo dopo aver risposto a tutto questo, potrà essere impostata una programmazione non facile. La scommessa che abbiamo davanti è più grave di quello che si pensa, si apre un ciclo pesante ed il lavoro è immane, ma, se la valle rimarrà unita, contiamo di farcela».  Lo Scario ha ribadito la volontà di recuperare la gran parte del legname entro due anni, anche per evitare attacchi di bostrico, confermando l’impegno di portare la produzione in segheria da 35.000 a 55/60.000 metri cubi all’anno, facendo presente che tutti gli operai forestali a tempo determinato non sono in cassa integrazione ma lavorano a rotazione in segheria. A loro è andata la gratitudine dell’Ente. Nella relazione, sono state analizzate tutte le criticità esistenti, i gravissimi danni al bosco, alle strutture, alla viabilità che praticamente interessa tutte le strade boschive, ai fabbricati, in parte già riparati (con i danni coperti da assicurazione), il problema del rimboschimento, attraverso il necessario potenziamento dei vivai di Solaiolo e di Masi di Cavalese. Confermando comunque gli obiettivi di fondo del prossimo quadriennio: l’attività selvicolturale, la manutenzione e valorizzazione del patrimonio forestale, il sostegno alle attività culturali, oltre naturalmente al recupero del legname schiantato. Il bilancio di previsione dell’Ente Istituzionale (di quelli dell’Azienda Immobiliare e dell’Azienda Agricola Forestale si parlerà nei prossimi mesi), è stato illustrato quindi, nelle cifre essenziali, dal regolano di Panchià Renzo Daprà (al quale l’assemblea ha fatto le condoglianze per la scomparsa, da pochi giorni, del padre): si prevede un totale a pareggio di 3.774.300 euro, con entrate e spese correnti per circa 830.000 euro e partite di giro (da e per servizi per conto terzi) pari a 2.945.000. Nel breve dibattito che ne è seguito, da segnalare l’invito del regolano di Carano Giorgio Ciresa a «fare attenzione alle possibili speculazioni di aziende private sul prezzo del legname» e l’auspicio del Vicescario Giuseppe Fontanazzi (condiviso dal presidente Lauro Ventura) «che in futuro, in mancanza del Comun Generale, ci possano essere comunque  riunioni informali con i consigli di Regola per confrontarsi sulle tematiche della Magnifica». Unanime l’approvazione, dopo il parere favorevole espresso dal presidente del collegio dei revisori Mario De Zordo. In chiusura, sono stati premiati Maria Piccolin di Moena ed il giornalista Mario Felicetti di Predazzo.

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