"La lepre investita e ferita per strada è finita al macello anziché curata"

Doveva essere curata ma è finita in padella. E’ la storia, malinconica e triste, di una lepre, che la sera del 22 novembre, alla periferia di Campitello, intorno alle ore 20, è stata investita da una macchina. Testimone oculare dell’investimento Mariano Ganz, ex agente di Pubblica Sicurezza oggi in pensione, che è intervenuto dopo che l’investitore  era andato via senza fermarsi, lasciando l’animale vivo sul bordo della strada. «Ho accompagnato la lepre, ferita anche se non in modo grave, nel prato adiacente alla statale» racconta, visibilmente sconcertato «ed ho subito chiamato il 112. L’operatore, gentilmente, mi ha fatto telefonare da un forestale della sede di Predazzo, che per altro, messo al corrente di quanto era successo, mi ha suggerito di non fare nulla, visto che si trattava di un animale selvatico. Ma personalmente la cosa non mi piaceva per cui ho chiamato un veterinario privato, mio conoscente, di Bolzano, gli ho spiegato l’accaduto e sono stato invitato a portarglielo in ambulatorio, pronto, se era possibile, a curarlo. Correttamente ho richiamato la Forestale di Predazzo, comunicandogli la mia intenzione di portare, a mie spese, la lepre ferita a Bolzano e pregandolo di salire a Campitello per vedere l’animale ed aiutarmi a metterlo in un trasportino. Il forestale mi ha  detto che sarebbe venuto, ma evidentemente, prima di muoversi, ha voluto sentire l’ispettore della Forestale di Trento, il quale, pochi minuti più tardi, mi ha telefonato, dicendomi  che c’erano problemi per il trasporto dell’animale fuori provincia e che comunque era disponibile ad occuparsene direttamente a Trento, dove il veterinario di turno avrebbe visitato l’animale, qui trasferito dall’agente di Predazzo, lo avrebbe eventualmente curato e quindi liberato nel suo habitat naturale. Tutti soddisfatti, visto che con me c’erano anche altre persone, abbiamo atteso l’arrivo del forestale da Predazzo, con l’assicurazione che, a metà strada, avrebbe incontrato il veterinario di Trento al quale  la lepre sarebbe stata data in consegna, Il giorno dopo invece, la sorpresa. Verso le 9, mi ha telefonato il forestale di Predazzo per dirmi che la lepre era stata portata appunto a Predazzo e non a Trento. Mi sono chiesto subito dove la povera bestia avesse trascorso la notte. Poi, nel pomeriggio, ho raggiunto il servizio veterinario di Predazzo per avere notizie e qui, con mio grande stupore, il veterinario di turno mi ha comunicato che l’animale era stato portato al macello, giustificando questa scelta con il fatto (parole sue) che "aveva la frattura esposta di uno degli arti". A parte che di fratture esposte non ne avevo viste, mi chiedo: se la bestiola era così grave, si doveva intervenire subito, non lasciarla sofferente per tutta la notte per poi portarla al macello il giorno dopo, magari in attesa della polenta per portarla in tavola.
Ringrazio la persona che nella notte le ha messo nella cesta mezza mela con delle noccioline, ma chiedo che chi di dovere faccia chiarezza su questo sconcertante episodio.
Con la speranza, senza accusare specificatamente nessuno, che chi ha sbagliato paghi e che simili fatti non abbiano più a succedere».

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