Lo straziante addio a Mattia Il dolore della comunità di Moena

«Mattia non ha più bisogno di noi, siamo noi, ora, che abbiamo bisogno di lui e del suo sorriso, in attesa di rivederlo quando arriverà anche il nostro momento». È stato questo il commento commosso di don Enrico Conci, durante l’ultimo saluto a Mattia Sommariva, scomparso lunedì pomeriggio e il cui funerale si è tenuto ieri, in una giornata di pioggia nella chiesa di san Vigilio di Moena.

«Difficile trovare le parole di fronte a un addio a una persona come Mattia. Se tutti abbiamo un compito in questa vita, anche se ora non lo comprendiamo appieno e dobbiamo affidarci al Signore, uno dei compiti di Mattia è stato sicuramente quello di risvegliare in noi l’amore e la tenerezza, con il suo sorriso risvegliare il nostro. Ne sono testimoni i tanti visi suoi amici presenti in questa assemblea, le parole spese in questi giorni, il dolore di dovergli dire addio».

Una cerimonia che ha visto in chiesa molti giovani: i suoi coetanei, i compagni di classe della scuola Alberghiera che frequentava, ma anche gli amici e gli educatori dell’Anffas, il gruppo delle attività estive con addosso la maglietta arancione, colorata e calda come le stagioni spensierate passate assieme.

Tutti si sono stretti attorno ai nonni, al papà e alla mamma, che mestamente ha voluto ricordare il suo volto sorridente: «abbiamo voluto proteggerti, Mattia, dal male del mondo. Proteggere quel tuo candore e quelle tue grandi virtù che già avevi: l’amore incondizionato verso il prossimo, a cui davi anche te stesso, e la tua grande energia positiva, che non si smorzava mai».


Resta il grande dolore per una scomparsa così tragica: Mattia Sommariva, 19 anni, è stato falciato dalla Ford Focus grigia di Loris Cocca, che non si è fermato ed è stato raggiunto dalle forze dell’ordine quando già arrivato al lavoro presso un ristorante di Moena. Oltre alla scomparsa di una presenza consueta con il suo monopattino, lungo la ex strada provinciale a Pezzè, la morte di Mattia ha scosso profondamente i compaesani per le dinamiche concitate della ricerca dell’auto pirata. 

Al termine della liturgia, mentre la bara in legno chiaro veniva fatta uscire dalla chiesa, gli animatori di Moena amici di Mattia hanno voluto far risuonare, tra la pioggia, quella canzone che il ragazzino con il monopattino cantava ancora e ancora, tra le sue preferite: «Penso che un sogno così non ritorni mai più, mi dipingevo le mani e la faccia di blu, poi d’improvviso venivo dal vento rapito, e incominciavo a volare nel cielo infinito?».

Guidati dalla voce di Modugno interrotta da qualche singhiozzo, alcuni volti hanno guardato il cielo, cercando un bambino in maglietta arancione e le braccia larghe, piroettare tra le nuvole.

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