Gli allevatori temono il lupo ma anche i liquami dell'uomo

Una cinquantina di allevatori di Fiemme e Fassa hanno partecipato mercoledì mattina all'assemblea annuale dell'Unione, ospitata a Predazzo presso l'aula magna del Municipio. In primo piano i problemi legati allo spargimento dei liquami ed alla presenza sempre più numerosa ed inquietante del lupo in diverse località delle due valli, specialmente in alta val di Fassa, argomenti per altro trattati nella seconda parte dell'incontro, aperto dal presidente della Federazione Provinciale Mauro Fezzi, che poi ha dovuto abbandonare la riunione per altri impegni. 

Il presidente ha parlato della recente approvazione del nuovo Statuto e dei regolamenti applicativi che riguardano in particolare i requisiti previsti per i nuovi soci, le quote associative, le Unioni di Valle ed i rapporti tra Federazione e soci. 
Dopo la raccolta delle osservazioni espresse dalle assemblee di sezione, saranno oggetto di ultima analisi da parte del consiglio di amministrazione federale e quindi sottoposti all'approvazione dell'assemblea. 

Tra le altre comunicazioni del presidente, il recente rinnovo della concessione novennale per Malga Juribello, anche se con un considerevole aumento del canone (portato a 32.500 euro all'anno), i problemi legati al punto vendita di Trento, il quale soffre di problemi legati ad un accesso infelice, che per altro dovrebbe essere presto risolto, infine il problema del recupero crediti, operazione dall'anno scorso affidata ad un legale e per la quale Fezzi ha fatto appello al senso di responsabilità di tutti i debitori. 

Il sostegno al settore zootecnico del Trentino è stato ribadito dal consigliere provinciale Mario Tonina (presente assieme al collega Graziano Lozzer), che ha riportato in primo piano anche il problema del lupo, a pochi mesi dal'inizio della nuova stagione dell'alpeggio. Argomento poi ripreso dalla relazione del presidente del'Unione di Fiemme e Fassa Mauro Varesco e dall'assessore provinciale Michele Dallapiccola, promotore, assieme al collega altoatesino Schuler, di due petizioni con le quali si chiede a Roma e Bruxelles maggiore autonomia nella gestione di questa specie.

«Ogni giorno - ha sottolineato Varesco - siamo spettatori allibiti e sconvolti dai continui ritrovamenti di caprioli ed animali domestici sbranati vivi. Il fenomeno è diventato particolarmente preoccupante e siamo terrorizzati nel dover portare i nostri animali all'alpeggio. Negli ultimi giorni abbiamo aderito ben volentieri alla raccolta di firme lanciata da Dallapiccola e Schuler e confidiamo in una risposta positiva da parte della politica per trovare una soluzione a quello che per noi è diventato il problema prioritario».

Ribadendo comunque anche la volontà di «evitare qualsiasi atto di provocazione nei confronti degli animalisti», nella convinzione che «non si debba uscire dai confini di un confronto corretto». 

L'impegno di trovare soluzioni adeguate per la tutela degli alpeggi è stato anche confermato dall'assessore, arrivato più tardi. Per quanto riguarda i liquami, Varesco ha invitato tutti a «non spargerli durante i periodi di maggiori afflusso turistico», in modo da «evitare che le Amministrazioni comunali siano spinte a modificare in senso restrittivo i regolamenti in vigore», ma richiamando nel contempo gli operatori turistici «a sforzarsi maggiormente per proporre ai loro ospiti i nostri squisiti e genuini formaggi». 

Altre relazioni di carattere tecnico ed operativo hanno tenuto il direttore della Federazione Claudio Vallorz, il futuro direttore Massimo Gentili, il responsabile dell'Ufficio Periferico di Cavalese Gianfranco Varesco ed il veterinario Tezzele sulla situazione sanitaria.

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