La Procuradora punta a un seggio in Senato

di Stefania Povolo

Prima erano voci, poi mezze ammissioni, e ora certezza: la procuradora Elena Testor ha avviato ieri a Trento la campagna elettorale, partecipando alla presentazione delle candidature di Forza Italia. Testor si propone per l’elezione al Senato della Repubblica nel collegio che rappresenta le tre valli di Fiemme, Fassa e Valsugana (Primiero compreso). Avrà come avversari Eleonora Stenico (Partito Democratico), Gianni Marzi (Movimento 5 Stelle), Roberto Bordin (Potere al Popolo), Angela Palmisano Tripodi (CasaPound) e Vincenzo Calì (Liberi e Uguali).
 
Testor ha 45 anni: imprenditrice ed ex ristoratrice, moglie, madre di due ragazzi, diplomata nel 1991 in segreteria alberghiera al Centro di formazione professionale Enaip e Procuradora del Comun General de Fascia, al termine della presentazione ufficiale all’Hotel America di Trento, l’appartamentista di Campitello ha le idee chiare sui suoi obiettivi politici: «Ho deciso di accettare la proposta fattami da Forza Italia per la candidatura perchè sono convinta di poter portare la peculiarità della terra ladina, in cui io sono chiaramente la Procuradora, ma per prima cosa sono donna di questo territorio così peculiare. Una caratteristica importante, assieme a quei valori di dialogo e condivisione tra i popoli che, io credo, siano il fulcro portante del nostro territorio».
 
Una visione da ladina in un ruolo, quello da senatrice in un collegio relativamente ampio come quello composto anche da Fiemme, Valsugana e Primiero, in cui il rapporto tra minoranze linguistiche e cultura italiana non sempre è stato facile. Come si relaziona su questo?
«Il nostro mandato in Comun General è sempre stato quello di massimo dialogo e collaborazione, cercando di aprire a relazioni sempre più strette le due valli dell’alto Avisio. Non ci siamo fermati a questo, in realtà il dialogo della comunità ladina ci ha portato a intessere relazioni europee e credo sia beneficio di tutti i cittadini di questo territorio così multiforme come quello del Trentino Alto Adige».
 
Quindi, secondo lei, qual è il rapporto tra Valsugana e mondo ladino, che lei rappresenta? 
«Un continuo rapporto di dialogo, ma soprattutto una relazione tra due delle valli trentine votate al turismo. Oltre ad essere Procuradora, come detto, sono una donna, imprenditrice, madre di due figli e so bene quali sono le sfide di un mondo turistico, imprenditoriale e femminile che accomuna queste due realtà valligiane».
 
Visto che la legge non pone problemi di incompatibilità fra le due cariche, dismetterà la fascia da Procuradora, nel caso venisse eletta? 
«Non è mia intenzione rompere il patto con chi due anni fa ha deciso di darmi la sua fiducia nei miei paesi, quindi, no. D’altronde noi donne siamo maestre nel conciliare più aspetti della vita, e confido nella mia squadra che è unita e molto motivata». E quindi - se le andrà bene - farà la spola fra Roma e Fassa.

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