Legno e mobili, 340 milioni di fatturato all'anno

di Giorgia Cardini

Trecentoquaranta milioni di fatturato annuo prodotto da 883 imprese, che danno lavoro a 3.589 addetti: sono i rilevanti numeri della variegata filiera trentina del legno (dal taglio degli alberi alla produzione di arredi) presentati giovedì pomeriggio nella sede della Magnifica Comunità di Fiemme dal  presidente di FederLegnoArredo, Emanuele Orsini.
Orsini sta facendo un tour in tutta Italia per confontarsi con gli imprenditori del settore e ha scelto Cavalese come tappa trentina non per caso: «La Magnifica Comunità ha una storia millenaria di eccellenza - spiega - Nella mostra “Legno anima di Fiemme”, che ho potuto visitare in anteprima, sono riportati protocolli che risalgono a 700 anni fa sull’uso della materia prima».
 
Una materia prima preziosa, sul cui uso Orsini e gli imprenditori arrivati da tutta la provincia si sono confrontati, dopo il saluto dello scario Giacomo Boninsegna e il dono, da parte della Magnifica a FederLegnoArredo, di una grande tavola ricavata da una pianta schiantatasi un anno fa, che aveva ben 228 anni.
«Il fatturato del Trentino è piccolo, se lo si rapporta a quello italiano dove si parla di 41 miliardi di volume d’affari con 79mila imprese e 320mila addetti; ma non lo è, se si pensa ai numeri complessivi dell’economia della provincia», dice il presidente.
 
In Trentino le imprese del legno sono molte di più di quelle del mobile, 725 a 158: ma non sono autosufficienti: «In Trentino - spiega Orsini - si importa materia prima per 81 milioni di euro e se ne esporta solo per 6,4 milioni». Insomma, le imprese provinciali sono strutturate per lavorare molto più legname di quanto non ne venga tagliato. 
«In Trentino - sottolinea Orsini - il prelievo funziona molto bene ma nell’ambito del sistema nazionale che, nonostante abbia una superficie del 30% a boschi, preleva un 20% contro la media europea del 60%. Il nostro Centro studi dice invece che, se ci allineassimo agli altri Paesi, potremmo generare 200mila nuovi posti di lavoro».
 
Quella delle forniture è una problematica evidenziata anche dagli imprenditori presenti giovedì: per il settore legno, si importa legname dall’Europa ma anche dall’Asia e non sempre la qualità corrisponde alle attese, mentre spesso i prezzi sono troppo tirati, per consentire a chi lavora di ottenere una remunerazione sufficiente e fare gli utili necessari a reinvestire. Inoltre, la costanza delle forniture fa a pugni con gli ordinativi assolutamente incostanti, con periodi completamente scarichi di lavoro che rendono difficile mantenere il personale e altri che toccano l’eccesso opposto.
 
In questo contesto chiaroscuro, c’è un settore nel settore che va sempre meglio: è quello delle case in legno. Il Trentino è al quarto posto nella classifica nazionale, guidata dalla Lombardia, per questo tipo di costruzioni. E l’Italia è al quarto posto in Europa per la produzione di edifici prefabbricati in legno. «Oggi, un immobile su 14 tra quelli costruiti in Italia viene realizzato con questo materiale: siamo ormai a 3.800 case fatte ogni anno - spiega Orsini -. Un numero rimasto abbastanza stabile nel corso degli ultimi anni, ma in un quadro in cui i permessi edilizi sono crollati, percentualmente abbiamo una crescita del 7,7%. I terremoti, che purtroppo affliggono il nostro Paese, hanno dato una sicura spinta a questo tipo di scelta». E il Trentino in questo settore va molto bene: è infatti al primo posto nazionale per numero di imprese attive in queste edificazioni (49). 
 

comments powered by Disqus