Varena, riqualificazione al Passo

Dai primi di agosto i turisti e gli escursionisti che sostano sulle rive del laghetto di Lavazè hanno a disposizione un spiaggetta in ciottoli e un’ampia terrazza per ammirare lo spettacolo offerto dalla natura. «I turisti dimostrano di apprezzare. Anche domenica scorsa c’era tantissima gente che passeggiava o semplicemente se ne stava seduta a guardare verso il Latemar e il Catinaccio». Floriano Bonelli, vicesindaco di Varena, e assessore all’ambiente con delega al progetto di sviluppo del Passo di Lavazè, parla di «un compromesso più che accettabile tra esigenze di conservazione e utilizzo». 
 
La spiaggetta di ciottoli con accesso lastricato in porfido, e l’ampio pontile di legno, con sedute realizzate in legno e gabbioni di pietre, sulle rive del laghetto, sono praticabili dal 5 agosto scorso. «I lavori sono cominciati l’anno scorso in primavera, ma a 1.800 metri di quota si procede quanto il tempo lo consente - spiega - e così siamo arrivati ad agosto di quest’anno: per la verità deve ancora essere completata l’ultima parte di raccordo in porfido tra il sentiero e la spiaggetta. La cooperativa Cla, che ha altri lavori in zona, ha aderito alla nostra richiesta di una sospensione in agosto. I lavori saranno conclusi entro settembre». 
 
L’intervento s’inserisce nel Piano di riqualificazione ambientale recepito in un Prg ad hoc per il Passo di Lavazè, è finanziato dalla Provincia per circa 300 mila euro, e ha riguardato anche la sistemazione del sentiero che gira attorno al lago.
 
«Scopo principale era di rendere il lago accessibile a tutti, bambini, famiglie e persone costrette in carrozzella - continua Bonelli -. Si è cercato di intervenire il meno possibile, con l’intento anche di eliminare le auto. L’attuale piazzale parcheggio, infatti, dovrebbe diventare solo un punto di passaggio, una volta che sarà realizzato il nuovo parcheggio di fronte a malga Daiano, più in alto dove la strada comincia a scendere verso la val d’Ega».  
Dall’altra parte del lago è stata realizzata un’altra passerella dove verranno posti dei cartelli informativi sull’attività estiva e invernale dello sci di fondo. 
 
«Il progetto originario comprendeva anche un parco per attività ludiche dove ricreare per i bambini la storia della “ghiandaia” che nasconde i semi e che predilige i boschi di pino cirmolo - racconta l’assessore -; il Lavazè è una zona ricca di cirmolo di qualità pregiata valorizzato da ditte che lavorano molto bene in Svizzera con i rivestimenti per stube». Accantonato il progetto del parco, si sta pensando ad una pista di skiroll, per rendere ancora più attrattivo il passo. 
 
«Noi amiamo chiamarlo altopiano di Lavazè, passo indica antropizzazione - precisa Bonelli -. Ci teniamo all’immagine dell’altopiano che sta tra il Canyon del Bletterbach e le Dolomiti con il Latemar e il Rosengarten. E tutto quello che facciamo è volto a mantenerlo vivo. Viviamo anche di turismo e se riusciamo a sostenerlo con qualche piccolo compromesso...»

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