In Fiemme e Fassa la zootecnia è più giovane e più...donna

Rispetto al 2000 si registra una tenuta delle aziende

Nelle valli di Fiemme e Fassa la zootecnia rimane un settore vivo, ma in parte è anche più giovane e più «femminile» della media provinciale. Negli ultimi anni sono aumentati sia il numero di capi allevati e alpeggiati, sia l’attività agrituristica, una delle forme di integrazione con l’«industria dell’ospite» che permette un’integrazione di reddito alle aziende. La «fotografia» del settore arriva dai numeri: nelle due valli, a gestire le aziende, i giovani fra i 18 e i 35 anni di età rappresentano infatti il 13,5% del totale (contro una media provinciale del 7,5%) e le donne sono il 20%, una percentuale superiore alla media provinciale del 12%. Rispetto al 2000, si registra poi una sostanziale tenuta sia del numero di aziende, sia degli iscritti all’Albo degli imprenditori agricoli, con una tendenza all’aumento degli agricoltori part time.

Nelle due valli 183 aziende zootecniche
Sono in tutto 183 le aziende zootecniche operanti nelle due valli (120 in Fiemme e 63 in Fassa) condotte da 233 imprenditori agricoli (157 in Fiemme e 76 in Fassa). Ma se sono 125 gli imprenditori agricoli «di prima» (il 54%) vi sono 108 imprenditori part time, un buon numero visto che rappresentano il 46% del totale (per i dati e per questa illustrazione ringraziamo l’Ufficio agricolo periferico di Fiemme e Fassa diretto da Gianfranco Varesco.

Più integrazione con il turismo
«Il nostro è un settore nel quale non si contano le ore di lavoro - ricorda Alberto Morandini, presidente degli allevatori di Fiemme e Fassa - ed anche nei periodi difficili si è abituati a lavorare cercando di fare il meglio». Grazie all’impegno dei caseifici, alla qualità e alla capacità commerciale, la remunerazione per gli allevatori in Fiemme e Fassa si può ritenere soddisfacente, tuttavia Morandini sottolinea due aspetti - per altro collegati all’economia del turismo - che a suo giudizio andrebbero migliorati: «Sarebbe bene - spiega - che le malghe venissero affidate preferibilmente agli allevatori locali, anche perché i contadini della valle contribuiscono al mantenimento del paesaggio. Inoltre, servirebbe una maggiore integrazione con il mondo turistico, affinché ci possa essere un maggiore sbocco dei prodotti locali nelle strutture di valle».

Fiemme: bovini e capre da latte
Il patrimonio zootecnico in Valle di Fiemme è costituito attualmente da oltre 3.400 bovini, di cui 1.700 vacche da latte. Si contano poi circa 2.200 capi ovocaprini stanziali, ai quali si affiancano i transumanti (oltre 4.000 capi). Circa 600 i caprini da latte, 419 i capi equini.
L’alpeggio è una realtà importante sul grande patrimonio di pascoli della Magnifica Comunità di Fiemme, dei Comuni e della Regola Feudale di Predazzo. Le domande di alpeggio presentate dagli allevatori sulla Misura 214 del Piano di sviluppo rurale, veodon i dati relativi a 30 malghe alpeggiate. Per le vacche da latte, su 9 malghe disponibili il dato è di 736 capi, il latte viene conferito giornalmente ai caseifici che lo trasformano in formaggio tipico di malga. Una struttura privata trasforma il latte direttamente in malga. Dato importante: 7 malghe su 9 sono dotate di licenza agrituristica. Tutto il bestiame giovane presente in valle (oltre 1.500 capi) viene alpeggiato sulle 14 malghe disponibili assieme a 186 equini. C’è poi la realtà delle capre da latte e il dato qui è di circa 300 capi alpeggiati sulla Malga Agnelezza ristrutturata, nell’anno 2000 dalla Magnifica Comunità di Fiemme con contributo provinciale, appositamente allestita per capre da latte con un moderno impianto di mungitura che ha rappresentato il primo esempio a livello trentino. Il latte viene conferito giornalmente al caseificio che lo trasforma in ottimo formaggio caprino. L’alpeggio ovicaprino vede il bestiame stanziale e transumante (oltre 6.300 capi) alpeggiato sulle cinque malghe disponibili e sulle alture del Lagorai. Per la superficie alpeggiata si parla di circa 4mila ettari. Il carico di malga viene poi completato con bestiame prevalentemente proveniente dalla provincia di Bolzano. Guardando ai dati relativi alle domande di sfalcio presentate sulle Misure agroambientali del Psr, in Fiemme attualmente vengono sfalciati 1.473 ettari.

Fassa: recuperate superfici a prato
Il patrimonio zootecnico della Valle di Fassa vede attualmente la presenza di oltre 1.400 bovini, di cui 700 vacche da latte, più di 260 ovocaprini e 145 equini. Anche in Fassa l’alpeggio è una bella realtà presente sulle trentina di malghe disponibili, di proprietà dei Comuni di Fassa, delle Asuc e di privati. Le vacche da latte vengono alpeggiate su una decina di malghe specializzate, per oltre 440 capi. Il latte prodotto viene conferito giornalmente ai caseifici. Il bestiame bovino giovane viene alpeggiato sulle 18 malghe disponibili, per un totale di 1.760 capi, assieme ai 245 cavalli. Il pascolo degli oltre mille ovicaprini viene effettuato su un paio di malghe disponibili e sulle alture. Anche qui il carico di malga viene completato con bestiame proveniente prevalentemente dalla provincia di Bolzano, in misura maggiore rispetto alle malghe di Fiemme. Dai dati relativi alle domande di sfalcio presentate sulle Misure agroambientali del Psr dagli imprenditori della Valle di Fassa, attualmente vengono sfalciati 927 ettari di prato stabile. Confrontando i dati relativi al patrimonio zootecnico di Fiemme e Fassa, e all’alpeggio, con gli stessi relativi all’anno 2000, emerge un forte incremento del numero di capi allevati e alpeggiati. Per quanto riguarda le superfici a prato si nota un mantenimento delle superfici utilizzate in Fiemme, mentre in Fassa vi è stato un forte incremento dovuto al recupero di superfici abbandonate. Nel 2000, cinque comuni su sei in Valle di Fassa hanno usufruito del contributo provinciale per il recupero di superfici foraggere abbandonate, date poi in uso alle aziende agricole locali. Un altro segnale positivo nelle due valli è l’incremento dell’attività agrituristica, con la presenza di ben 21 strutture agrituristiche in Valle di Fiemme e di 13 in Valle di Fassa.  In termini generali, l’indice di approvvigionamento del foraggio nelle aziende di Fiemme e Fassa viene valutato superiore al 70%.

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