Dolomiti / Il caso

Candidata bellunese-algerina del centrosinistra insultata su Fb, ma la Procura archivia: "Non abbiamo i social, impossibile individuare i responsabili"

La vicenda delle offese, anche di stampo razzista, era scoppiata in occasione dell'ultima campagna elettorale per le regionali in Veneto. Sbigottita la donna, Assia Belhadj, da molti anni nella città dolomitica: "Assurdo che le oltre cento persone che si sono permesse di offendermi non siano processate perché non identificate..."

BELLUNO. Offese e insulti su Facebook, ancora più gravi se rivolti verso una donna per il solo motivo di essere straniera, e di essersi ritratta in foto con il velo islamico.

Ma la denuncia contro gli odiatori sul web presentata dalla ragazza residente a Belluno, Assia Belhadj, italo-algerina di 36 anni, da oltre 16 in Italia, è finita nel vuoto.

È stata archiviata, perchè la Procura, in questo caso quella di Belluno, non ha potuto individuare con certezza gli autori, ed ha una rete internet che non consente di accedere a Facebook.

E questo ha impedito ai magistrati accertamenti più precisi.

Una beffa per Assia Belhadj, che si era candidata nel 2020 alle regionali in Veneto, con la lista di centrosinistra dell'avversario di Luca Zaia, il prof universitario Arturo Lorenzoni.

La richiesta di Assia di ottenere giustizia è stata frustrata dalla decisione della Procura, che con il pm Katjiuscia D'Orlando ha chiesto l'archiviazione della denuncia, confermata poi dalla gip Enrica Marson.

Nel provvedimento, reso noto dalla stessa Belhadj con un post sul social network, i magistrati spiegano innanzitutto che non è stato possibile identificare gli autori dei post in modo chiaro, e inoltre che "la rete in uso all'ufficio non consente l'accesso a Facebook".

In passato, prosegue la Procura, queste indagini "venivano svolte da personale - che ora non c'è più - che usava il proprio computer privato e il proprio profilo Fb".

"È una situazione assurda chi doveva decidere ha deciso che le più di 100 persone che si sono permesse di offendermi, prendermi in giro, minacciarmi, deridere me e la mia religione, non possono essere processate perché non si riesce a risalire alla loro identità", ha commentato Assia Belhadj, che opera come mediatrice interculturale.

Lei, contando sul fatto che ogni profilo di un social network deve essere associato a un indirizzo email, pensava che sarebbe stato banale arrivare ai suoi odiatori.

È stato il procuratore di Belluno, Paolo Luca, a spiegare meglio la dinamica che ha portato ad accantonare il fascicolo. "Le indagini - dice - non hanno consentito di identificare gli autori di quei post. Mancavano gli elementi per giungere ad identificare gli autori in modo chiaro. A queste indagini hanno lavorato la Digos e la polizia postale. Il gip ha accolto la richiesta di archiviazione".

Assia Belhadj è anche la coordinatrice per il Bellunese del “Progetto Aisha” contro la violenza e la discriminazione verso le donne.

Inoltre, è portavoce dell’Osservatorio italiano contro la discriminazione di culto, nonché presidente del Movimento delle donne musulmane d’Italia.

È autrice del volume "Oltre l'hijab. Una donna da straniera a cittadina", edito dall'associazione Bellunesi nel mondo: "Una storia personale - si legge nella nota della quarta di copertina - che riesce a dar voce a esperienze molteplici, ad altri vissuti. La ricerca di un dialogo tra mondi e culture.

Un libro da cui emergono questioni che toccano ciascuno di noi: l'identità individuale e sociale, l'attaccamento alle proprie origini, l'incontro con nuovi valori, la sfida di affrontare ogni giorno la vita schivando i colpi bassi per giungere ai propri piccoli e grandi traguardi.

La quotidianità di una donna alle prese con i passaggi che segnano il cammino di tutti i migranti: la scelta di partire, lo spaesamento iniziale, l'adattamento al contesto di approdo, il processo - più o meno lungo, più o meno semplice - di integrazione. Il racconto di una donna arrivata da un altrove materiale, geografico, e simbolico.

Un punto di vista sulla nostra realtà da chi ha imparato a conoscerla un po' per volta, in un percorso denso di difficoltà e incomprensioni, ma anche di gioie e soddisfazioni. Un'immersione nei concetti di cultura, religione, cittadinanza che conduce ben oltre ciò che appare in superficie. Un invito a osservare le cose con occhi liberi da preconcetti, ad andare oltre l'hijab, oltre il velo dei pregiudizi e delle semplificazioni".

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