Belluno / Il caso

Il tribunale respinge il ricorso di 7 operatori sanitari di due rsa che rifiutano il vaccino covid

Sono stati messi in ferie d'ufficio perché le loro mansioni prevedevano il contatto con lem persone. Dopo la decisione del giudice del lavoro, un ricorso che ora è stato respinto: definita "manifestamente infondata" la questione di legittimità costituzionale

BELLUNO. Il tribunale ha respinto il ricorso presentato da alcuni operatori sanitari di case di riposo del Bellunese che non intendono vaccinarsi contro il covid e per questo erano stati messi in ferie d'ufficio.

Nella decisione di primo grado, il giudice del lavoro non ha accolto le ragioni addotte dai lavoratori circa il loro diritto di non sottoporsi all'immunizzazione.

Si tratta di operatori della rsa comunale di Belluno, la "Maria Gaggia Lante" del quartiere Cavarzano, e di un analogo centro per anziani che fa capo al Comune di Sedico.

Sette dei lavoratori coinvolti avevano impugnato la decisione del giudice ma ora il tribunale conferma la pronuncia di primo grado.

Il tribunale, come riferisce il quotidiano Gazzettino di Belluno, ha dichiarato «manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale»

I ricorrenti sono stati dunque condannati al pagamento delle spese che nel complesso ammontano a poco più di 2.800 euro.

Un mese e mezzo fa, il giudice del lavoro aveva accompagnato la decisione spiegando: «Ritenuto che è ormai notoria l'efficacia del vaccino, rilevato che è incontestato che i ricorrenti sono impiegati in mansioni a contatto con persone che accedono al loro luogo di lavoro e che è evidente il rischio di essere contagiati, ritenuto che la permanenza degli stessi comporterebbe per il datore di lavoro la violazione dell'obbligo all'articolo 2087 del Codice Civile».

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