Dolomiti / Mobilità

Traffico sui passi? Detomas pensa a una "funivia dorsale e di valle"

Il procurador general de Fascia commenta gelido l'accordo ancora generico della Provincia e rilancia: servono soluzioni complessive, stiamo sentendo Leitner e Doppelmayr

L'ACCORDO Traffico sui passi dolomitici, firmato il Protocollo d’intesa con Alto Adige e Veneto

L'ANALISI Passi dolomitici assediati dal traffico Lo studio Eurac per la fondazione Unesco

di Giorgia Cardini

VAL DI FASSA. Il Comun General de Fascia non sa nulla, così come l'Apt della valle (articolo in alto) del Protocollo d'intesa fra le Province autonome di Trento e di Bolzano, i Comuni di Selva di Val Gardena, Corvara, Canazei, Livinallongo, la Regione Veneto e la Provincia di Belluno per la realizzazione di un sistema di mobilità integrata e sostenibile nelle valli dolomitiche e sui passi, il cui testo è stato approvato venerdì dalla giunta provinciale.

«Eppure il Comun General - commenta il procurador Giuseppe Detomas -, per quanto poco possa essere considerato, ha competenze in materie di pianificazione sovra territoriale e comunale e quindi, almeno dal punto di vista giuridico, dovrebbe essere informato riguardo a iniziative in cui poi dovrà necessariamente giocare un ruolo».

 

Detomas «prende atto» di come sono andate le cose e coglie l'occasione per fare il punto su un progetto che sta a cuore all'ente che guida, ai sindaci e alla commissione costituita per occuparsi della mobilità in valle.

«La Provincia - spiega - ci propone il Bus Rapid Transit (BRT) da 60 milioni con corsia dedicata, in vista delle Olimpiadi 2026, ma il vero problema è che il traffico si genera da fuori valle ed è alimentato dai passi, dalla loro attrattività.

Non si può quindi prescindere da un ragionamento complessivo, che passi anche per la soluzione che stiamo valutando».

La "soluzione" è la dorsale di valle su fune: la commissione sta valutando una serie di ipotesi offerte da importanti imprese come Leitner e Doppelmayr, e la prossima settimana avrà anche un confronto con la svizzera Bartholet, «che ha un brevetto innovativo che monta cabine "intelligenti", in grado di funzionare in modo indipendente (il sistema Ropetaxi, ndr)», spiega il Procurador.

«Ogni ipotesi , per essere approfondita, però, comporta incarichi esterni costosi. Prima quindi dobbiamo capire se è realizzabile, e lo stiamo facendo con risorse interne al Comun, senza pesare sul bilancio.

Poi, una volta che avremo un'idea di base supportata dalla fattibilità tecnica, dovremo coinvolgere la Provincia, che ci dovrà credere perché la dorsale dovrà essere cofinanziata da Trento. Perciò, prima ancora di spendere un solo euro, dovremo avere il consenso intorno a questa operazione per avere il supporto politico necessario, anche con una operazione di coinvolgimento del territorio.

I sindaci su questo sono molto impegnati, hanno capito che il progetto della ferrovia (portato avanti con decisione dall'associazione Transdolomites, ndr), che costerebbe 1,5 miliardi, dovrebbe essere gestito dallo Stato, perché si tratta di un investimento strategico ma utopistico. Però è un'idea che ha il pregio di aver messo in moto e stimolato la discussione e la riflessione sull'argomento».

Ecco, dice Detomas, questo è ciò che si sta facendo in valle: «A differenza della ferrovia, una cosa come quella su cui stiamo lavorando è gestibile in loco perché costerebbe dagli 80 milioni (poco più della circonvallazione di Canazei) ai 140 milioni, cifra che varia a seconda delle soluzioni e delle opere accessorie, come i parcheggi di testata. Si potrebbe poi fare a tratte, attingendo anche a bandi europei. Ma avrebbe anche molte potenzialità di autofinanziamento, con stazioni che potrebbero essere costruite prevedendo anche spazi commerciali».

Infine, conclude Detomas, si tratta di un progetto che verrebbe inserito in un sistema complessivo che includerebbe il BRT, la mobilità sui passi, lo sviluppo della mobilità elettrica privata e di quella ciclistica.

Insomma, per il Procurador, questo va fatto: un ragionamento complessivo, su tutta la mobilità, non solo sui valichi come il Sella.

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