Transdolomites: si alla ferrovia dal Bellunese alla Pusteria: giusto mettere in rete i territori Perciò serve anche il treno Trento-Canazei

Si torna a parlare di Anello delle Dolomiti. «Il treno delle Dolomiti non è sostenibile ma si farà. Questa non è una dichiarazione di Transdolomites, ma è quanto raccontò Elisa De Berti , assessora ai lavori pubblici della Regione Veneto intervenendo al Muse il 26 febbraio 2019 in occasione del convegno di Transdolomites organizzato a riguardo del tema Olimpiadi 2026 e nuove infrastrutture ferroviarie per la mobilità pubblica.

La proposta - scrive il presidente dell'associazione Massimo Girardi - di un nuovo collegamento ferroviario tra Calalzo e Cortina d'Ampezzo (foto) è stata sottoposta a uno studio costi benefici e il risultato emerso, in sintesi, è stato il seguente: allo stato delle cose per quanto riguarda la situazione della provincia di Belluno il consiglio espresso dalla società di consulenza è stato di lasciare decadere l'idea».

La modestia delle stime trasportistiche era stata anticipata dal Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, già dal 2015 citando la previsione inziale di 500.000 viaggiatori l'anno.

«Molto meno di quanto stima Transdolomites negli studi della ferrovia Valli dell'Avisio (4-5 milioni di passaggi/anno) e ancora più lontane da quanto emerge dagli studi economici di SAD per la Bolzano-Gardena-Badia-Cortina dove si arriva a stimare in sei milioni i viaggiatori anno su quest'ultima tratta. Nonostante le risultanze negative emerse nello studio costi-benefici, De Berti ha però detto qualcosa d'altro. Un collegamento ferroviario sino a Cortina che poi si sviluppi sino a Dobbiaco ha il senso di mettere in rete i territori del bellunese, che in parte versano in una situazione di debolezza economica e sociale, ma ospitano anche primarie realtà industriali (distretto degli occhiali) e turistiche (Ampezzano), con la contigua area dolomitica altoatesina e con i valichi internazionali verso il Tirolo (Innsbruck) ed il Tirolo orientale (Lienz)». Insomma - dice - il progetto va portato a termine

Cosa c'entra il Trentino? «Nessuno in Trentino si è mai chiesto che senso abbia che a Trento si spendano risorse economiche nella realizzazione delle ferrovie degli altri " dimenticandosi" sino ad oggi delle "sue" Dolomiti e dei problemi dei trasporti in cui versano e non certo risolvibili con qualche pullman in più». Ricaduta turistica nulla. L'Anello delle Dolomiti sarà funzionale al Veneto per mettere in rete le realtà produttive del bellunese e potrà essere usato anche per i futuri sviluppi del turismo veneto e bellunese.

«Nonostante queste valutazioni Transdolomites è comunque convinta che il Treno delle Dolomiti e l'Anello delle Dolomiti vadano realizzati non solo per i vantaggi che possono dare alla montagna bellunese, ma soprattutto se serviranno a mettere in rete l'intera regione dolomitica nel cuore della quale si preveda la progettazione e realizzazione delle linee ferroviarie diagonali: la Bolzano-Cortina via Val Gardena e Badia, e la Trento-Penia di Canazei via Val di Cembra».

Secondo Girardi, il pensiero economico-politico dell'assessore De Berti avrebbe dovuto essere applicato anche nei riguardi della proposta di ferrovia dell'Avisio che, giunta a Penia, può prevedere la sua prosecuzione per collegarsi con la valle Gardena e Badia con la realizzazione della galleria di base sotto Passo Sella. Si dice che questo sarebbe uno spreco di denaro pubblico. «Noi rispondiamo che negli studi finora promossi e/o sostenuti da Transdolomites ci si è preoccupati da tempo di valutare la sostenibilità dei costi di gestione, anche nel caso in cui il volume turistico delle valli dell'Avisio restasse lo stesso di oggi (siamo invece convinti che la realizzazione della ferrovia sarà un volano per la sua crescita soprattutto al di fuori dei periodi di alta stagione, oggi già congestionati)».

Partendo dalle attuali presenze turistiche delle tre valli, oltre 7 milioni nel periodo 2018-2019, e ipotizzando ad esempio una tassa di soggiorno di 2 euro a persona, verrebbe coperto il 90% delle spese di gestione. Per il restante 10% sarebbero sufficienti i contributi oggi pagati per il servizio bus di linea principale (non quelli locali) e gli abbonamenti pagati dai residenti e dai proprietari di seconde case. Questi i calcoli e le proiezioni in vista del nuovo scenario che verrà a delinearsi con la realizzazione dell'Anello delle Dolomiti e la variante di Riga tra Fortezza e Bressanone con l'apertura della galleria di base del Brennero.

«Con la costruzione della Variante di Riga La Val Pusteria si troverà in una posizione di vantaggio in quanto raggiungendo in treno Bressanone da nord e sud, questa valle sempre grazie alla ferrovia sarà favorita dall'accessibilità ai paesi ed agli impianti di risalita che oggi e ancora di più domani a fondovalle saranno raggiungibili direttamente in treno. Val Pusteria e l'Austria. Lo stesso potrà avvenire con la Venezia-Belluno-Calalzo-Cortina. Il cuore delle Dolomiti , il territorio che poi è la vera destinazione del turismo nazionale ed internazionale si troverà escluso e " dimenticato" dal nuovo scenario ferroviario (...) Se non corretto questo approccio il risultato che ne deriverà sarà un Trentino su più livelli: uno di serie A e l'altro di serie B e le Dolomiti rischiano proprio queste retrocessione.

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