Reinhold Messner e Michil Costa: «Dolomiti, il turismo di massa è caos ora basta, occorre fare scelte radicali»

L’effetto Covid si ripercuote sulle località di montagna. Complici le restrizioni ai viaggi all’estero e il numero limitato dei posti in spiaggia si sta assistendo ad un vero e proprio boom in località montane per molti anni trascurate dal turismo di massa. L’assalto dei turisti soprattutto nella zona delle Dolomiti ha raggiunto livelli mai visti prima.
Se ne è accorto anche il re degli ottomila, Reinhold Messner che nella zona dolomitica attorno alle Pale di San Martino ha passato gli ultimi giorni, girando un film. «La situazione è come ogni anno in piena estate, ma con un ulteriore aumento.

Spero che questa sia l’occasione di prendere in mano la situazione. La politica deve prendere delle decisioni per il management dei flussi turistici, è una questione di organizzazione», sostiene Messner. «È comprensibile che i turisti vogliano evadere dalle torride città per cercare degli spazi liberi, ma queste libertà vengono meno quando si formano lunghe code, quando non si trova parcheggio, perché ai passi non ci sono spazi di sosta.

Attualmente sui passi dolomitici si verifica un caos paragonabile al peggior ingorgo che si possa immaginare in una grande città», così l’alpinista.


«Intendiamoci - dice Messner - è un bene che gli alberghi siano pieni e che ci sia un guadagno dopo il lockdown, ma ora la politica deve agire, perché l’afflusso di auto e moto va in qualche modo arginato. I passi vanno organizzati in modo da poter essere fruibili». Messer suggerisce che vengano chiusi al traffico per qualche ora al giorno e che siano istituiti dei bus navetta per permettere ai turisti di giungere in quota.

Dello stesso avviso è anche l’imprenditore e albergatore Michil Costa di Corvara in Val Badia, che chiede ai responsabili politici di avere «il coraggio di scelte radicali».

Per Costa il caos che si è venuto a creare nella zona dolomitica, dove l’afflusso di turisti ha superato ogni aspettativa è «un’anticipazione di quello che succederà nel 2024. Perchè alla fine di questa crisi che durerà perlopiù un anno e mezzo - stima Costa - si cercherà di attrarre nuovi mercati, quello cinese e quello indiano, per esempio, e arriveranno nuovi flussi di turisti. Pertanto se non ci adoperiamo ora, con la gestione di questi flussi, chiudendo i passi dolomitici, mettendo fine al lievitare di nuovi alberghi grazie ad una legge urbanistica che ponga dei veti, non riusciremo a venirne fuori», dice Costa.

«Questa corsa alla montagna fa malissimo ai veri amanti della montagna che si disaffezionano per via dei problemi della mobilità, dell’inquinamento acustico e via dicendo. Con questo caos della montagna non resta più nulla», aggiunge Costa.
In un post su facebook il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico Cnsas, visto l’afflusso dei turisti chiede rispetto delle regole e propone un vademecum di comportamenti da tenere in montagna.

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Nella foto: il parcheggio di Passo Rolle nei giorni scorsi

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