Belluno, autonomia e secessioni Sappada in Friuli, Ok del Senato

Nuovo capitolo della lotta autonomistica dei territori bellunesi, che il prossimo 22 ottobre avrà un passaggio importante con un referendum provinciale che affiancherà quello voluto dalla Regione Veneto.

Oggi il ddl che prevede il distacco del comune di Sappada dal Veneto e la sua annessione al Friuli Venezia Giulia, è passato al Senato, a 10 anni dal referendum, con 168 si, 1 no 8 astenuti. Il testo, che ha diviso il gruppo Autonomie, va alla Camera.

Ap ha detto sì anche se il veneto Mario Dalla Tor ha ricordato come ci siano stati «ben 31 referendum per passare dal Veneto al Friuli o all’Alto Adige» e che forse questo «non è il modo giusto di risolvere il problema» visto che il distacco lo si chiede essenzialmente perchè alle regioni a statuto speciale arrivano molti più soldi.

Se Sappada potrebbe completare il suo percorso di trasferimento sotto l'ala di un'area astatuto speciale (creando un precedente interessante, ammesso che la fine della legislatura non blocchi tutto), per gli altri comuni bellunesi referendari l'iter parlamentare non è mai partito, mentre cinque anni fa la Cassazione impedì con una discussa sentenza anche una consultazione popolare riguardante l'ipotesi di passaggio dell'intera provincia dolomitica in Trentino Alto Adige.

Il referendum bloccato dalla Corte romana era stato approvato quasi all'unanimità dall'ultimo consiglio provinciale eletto, prima che Belluno fosse commissariata e poi depotenziata sulla base della riforma Delrio che ha ridotto le Province ordinarie a una sorta di ente funzionale guidato dai comuni.

Ora resta da vedere se davvero Sappada finirà in Friuli quale effetto l'evento potrebbe avere sul resto del territorio bellunese, così come ci si interroga sul riverbero del referendum autonomistico, che innanzitutto consentirà ai cittadini dolomitici di rilanciare la richiesta che venga finalmente attuata (e ampliata) la norma di tre anni fa che prevede il trasferimento a Belluno di rilevanti competenze (dal turismo all’agricoltura, dall’energia ai rapporti transfrontalieri).

Ma il referendum sarà anche un tentativo di appellarsi nuovamente a palazzo Chigi e Parlamento per riprendere un cammino di autogoverno bruscamente interrotto con la riforma delle Province ordinarie varata dall'esecutivo Renzi che le ha depotenziate cancellandone anche l’elezione diretta.

Nel Bellunese è trasversale la consapevolezza che solo una forma seria di autonomia potrà consentire politiche in grado di rispondere alle esigenze specifiche di un delicato territorio di montagna che soffre, fra l’altro, di un crescente spopolamento delle vallate dolomitiche.

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