Belluno, fuochi per l'autonomia e no alla riforma costituzionale

Il movimento Bard (Belluno autonoma Regione Dolomiti) ha rilanciato la lotta politica per la difesa e delle istituzioni locali, a cominciare dalla provincia, e per la costruzione di un nuovo assetto del potere locale di area vasta che restituisca sovranità diretta agli elettori e assicuri q questo territorio montano una forma di autogovenor.

Nel week-end sono tornati i fuochi sulle cime bellunesi: segno di una rivendicazioen autonomistica ma anche, in questo caso, della scelta decisa di schierarsi contro la riforma costituzionale Renzi-Boschi, bocciata innanzitutto perché accusata di indebolire ulteriormente le condizioni delle aree alpine che non godono di uno status istituzionale differenziato.

Il risultato, sottolinea il Bard, sarebbe anche l’allargarsi della disparità fra la montagna penalizzata dal legislatore e quella a statuto speciale che, al contrario, viene blindata e valorizzata.

In questo contesto non mancano i rileivi critici verso i parlamentari trentini e sudtirolesi di maggioranza, per aver sostenuto la riforma ignorando gli effetti negativi sulle aree alpini, come Belluno, che da decenni chiedono autonomia - guaradando al Trentino Alto Adige come un modello - senza ottenere alcunché dallo Stato (che nel frattempo ha trasformato in ente non elettivo anche la vecchia Provincia ordinaria, un nodo sul quale il Bard continua a insistere chiedendo fra l’altro il ripristino dell’elettività).


 

Ecco il comunicato stampa

«Grande successo anche per la quinta edizione dei Fuochi per l’autonomia organizzati dal movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti: oltre 40 i falò che sabato sera hanno illuminato le piazze e le cime dolomitiche.

“Anche quest’anno i bellunesi hanno risposto all’appello; - commenta il presidente Alessandra Buzzo – un messaggio importante che abbiamo voluto mandare, e che è stato raccolto, in vista del voto sulla riforma costituzionale del 4 dicembre”.
Dalle piazze dell’Agordino fino alle malghe dell’Alpago, per arrivare ai monti del Feltrino e del Comelico, ai rifugi del Cadore: decine di fuochi e falò per riaccendere le riflessioni sul destino del Bellunese. “Un fuoco per illuminare il bisogno di autonomia e di risorse per questo territorio – continua Buzzo -, ma anche per ribadire il nostro “no” alle modifiche previste dalla riforma costituzionale, una riforma centralista che spegnerà definitivamente ogni speranza per questo territorio, nonostante le promesse elettorali dei rappresentanti del Governo”.

Il vicepresidente Andrea Bona attacca la riforma e le sue conseguenze per il territorio bellunese: “Le province autonome di Trento e Bolzano non solo non sono state toccate, ma addirittura hanno ottenuto più protezione e competenze, segno che si poteva intervenire concretamente sull’autonomia dei territori montani. Invece, alla Provincia di Belluno non viene dato nulla: i trasferimenti statali sono passati da oltre 20 milioni di euro a poche decine di migliaia di euro, mentre il nostro residuo fiscale annuale ammonta a quasi 800 milioni di euro”.

“C’è poi la questione del Senato: - continua Bona – oggi abbiamo due senatori, con la riforma il rischio di non vedere tra i “nominati” nemmeno un bellunese è altissimo, mentre Trento e Bolzano avranno diritto a quattro senatori, due per ciascuna provincia. Infine, la centralizzazione del potere: altro che autonomia, vengono svuotate di competenze e poteri anche le regioni. Federalismo vuol dire vedere investiti sul proprio territorio i soldi versati in tasse, imposte e balzelli vari”:

La battaglia per il “no” del movimento Bard non si ferma però ai fuochi: già pronti in calendario alcuni appuntamenti pubblici per spiegare le ragioni della bocciatura della riforma. I prossimi incontri si terranno lunedì 31 ottobre in sala Coletti a Tai di Cadore e mercoledì 2 novembre in piscina a Santa Giustina; entrambi gli appuntamenti avranno inizio alle 20.30 e vedranno come relatori il dott. Daniele Trabucco, esperto in diritto costituzionale, Andrea Bona e Diego Cason».

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