Panizza al congresso Bard per l'autonomia bellunese

di Giada Da Roit

Per autonomia si intende la capacità di governarsi da sé, con leggi proprie, senza l’intromissione di terzi. Spesso la si riconduce a dei privilegi specifici, ma dietro si nascondono dei doveri e delle responsabilità che molti non riconoscono.

Ieri pomeriggio, all’hotel Casagrande di Feltre, si è tenuta l’assemblea generale Bard, il movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti, occasione per ripercorrere l’ultimo anno di lavori e speranze di un impegno che ha l'obiettivo di favorire la costruzione di un assetto istituzionale differenziato anche in questa provincia alpina che da decenni reclama l'autogoverno ottenendo solo riconoscimenti che finora sono rimasti sulla carta (compresa una specifica legge varata un anno fa dal Veneto ma non attuata).

Danilo Marmolada, vicepresidente, ha passato in rassegna le tappe raggiunte e quelle da conquistare, come la ricerca di più rappresentanza in consiglio regionale per le terre alte, la tutela delle minoranze e la volontà di creare una nuova gestione politica.

Con la modifica alla legge Delrio, come ricordato anche da Andrea Bona, recente candidato Bard alle regionali, si è cercato di rendere l’assetto istituzionale simile a quello trentino, organizzato in comunità di valle e portato come esempio virtuoso da seguire. Non è certamente un caso che paesi come Voltago e Auronzo abbiamo indetto consultazioni popolari sul passaggio al Trentino, conclamando il Bellunese la provincia con il più alto numero in Italia di referendum di variazione territoriale previsti dalla Costituzione.

È fondamentale, dunque, la ricerca del contatto con altre forze dolomitiche che condividono gli stessi valori per creare una rete, alla luce poi del recente convegno tenutosi a Milano per la creazione dell’Euroalp, macroregione delle Dolomiti. Non sono mancati – ricorda Marmolada - numerosi incontri con Trento e Bolzano con la richiesta continua da parte dei bellunesi di entrare come osservatori nell’Euregio.

Presente all’incontro anche il senatore Franco Panizza, che ormai da tempo ha appoggiato la causa del Bard.

Il segretario del Patt ha rimarcato l’importanza di dare governo alle genti delle Dolomiti, permettendo così collaborazioni con Trento e Bolzano in termini soprattutto di risorse ed energie.

Ma la nascita della cultura autonomista – dice Panizza – non si improvvisa; in Trentino il valore dell’autonomia è stato conquistato con lunghe battaglie e bisogna tener presente che le condizioni politiche in cui si è evoluta sono diverse da quelle bellunesi.

Panizza ha auspicato anche che il Bard dotandosi di un nuovo statuto (la cui bozza verrà resa disponibile a breve), diventi un partito che in futuro possa far parte, con i suoi eletti in Parlamento, del gruppo per le autonomie a Roma.

I campi di collaborazione sono moltissimi, come le forze che si possono riunire: un esempio è il sostegno di Herbert Dorfmann, presente ieri a Feltre e sostenuto alle elezioni europee di un anno fa anche dagli autonomisti bellunesi: un sodalizio che nelle urne del maggio 2014 ha portato la Stella alpina a sfiorare nella vicina provincia un inedito e sorprendente 10% e il candidato altoatesino a raccogliere oltre 6 mila preferenze.

L'europarlamentare ha commentato positivamente le recenti mosse del Bard. A livello regionale con il ricorso presentato contro lo “scippo” ai danni di Alessandra Buzzo, dapprima risultata eletta in Regione (dove Belluno conta solo due consiglieri su 50) nel primo conteggio ma poi estromessa pochi giorni fa.

A livello nazionale per aver lavorato con il Pd, per un accordo elettorale in Venetoin cambio di unalegge che ripristini al più presto la Provincia elettiva, nella convinzione che se si vuole migliorare l’assetto istituzionale bisogna affiancarsi a chi guida la maggioranza di governo.

Ma ricorda anche che a livello europeo è urgente avvicinare la popolazione alle questioni di Bruxelles, viste come estranee dai problemi locali e spesso viziate dal passaparola dei politici nazionali.

«Ricordiamo – dice Marmolada – che è grazie al sostegno di Dorfmann che è stato organizzato a Bruxelles un viaggio studio per i giovani universitari bellunesi».

Perché Dorfmann parla agli autonomisti bellunesi di Europa? Semplice, perché – dice l’europarlamentare - il territorio non può decidere su qualsiasi cosa ed è importante anche una collaborazione sovranazionale. I fondi per lo sviluppo del settore rurale delle zone di montagna oppure un nuovo fondo che mette a disposizione solo garanzie per grandi investimenti, sono importantissimi; ed essendo Trento, Belluno e Bolzano zone di confine hanno l’opportunità, che non deve essere sprecata, di gestire al meglio questi fondi.

Ricorda inoltre ai nostri vicini bellunesi che sarà un’opportunità importante la presenza di Ugo Rossi, sostenitore del cammino del Bard verso l’autonomia, alla presidenza dell’Euregio.

comments powered by Disqus