Agricoltura rispettosa della terra Incontri sul futuro in montagna

di Zenone Sovilla

Cos’è l’agricoltura biologica? Questo il tema del prossimo incontro, il terzo, del ciclo «Terra, cibo e salute. Dal globale al locale: uno sguardo sul futuro delle nostre comunità».
Se ne parlerà sabato 31 gennaio nel municipio di Limana, alle 17, con l’intervento dell’agroecologo Luca Conti, di Isabella Rinaldi del consorzio DolomitiBio e di Elena Da Re del gruppo di acquisto solidale (Gas) della cittadina della Sinistra Piave.

L’appuntamento successivo è in calendario martedì 3 febbraio, alle 20.30, sempre nel municipio di Limana: si affronterà il tema delle risorse naturali presenti sul territorio dolomitico bellunese (e per estensione in quelli limitrofi), delle opportunità e dei rischi connessi con lo sfruttamento dell’ambiente e in particolare dei danni che un modello agricolo basato su monocolture intensive arrecherebbe alla salute e alla vita in generale in questo fazzoletto dell’arco alpino.

Sullo sfondo di questa analisi vi è un recente fenomeno che registra l’espansione di soggetti operanti nel settore primario in province limitrofe (in particolare Treviso e Trento) che intendono allargare in Valbelluna le loro coltivazioni (in genere vigneti e meleti). Questa dinamica, favorita dai prezzi bassi dei terreni agricoli bellunesi, ha indotto da tempo vari soggetti sociali a lanciare l’allarme per quella che considerano una forma di colonizzazione della montagna: la richiesta principale è che chi desidera insediarsi da queste parti con nuove attività agricole lo faccia confrontandosi con il territorio, tenendo conto delle sue specificità e tradizioni, improntando il modello di coltivazione alla biodiversità e al rispetto della natura. No, dunque, alla dispersione di pesticici nell’ambiente, no all’omologazione a sistemi i cui effetti collaterali sono già ben noti, no alla semplice trasposizione di modelli sviluppati altrove; sì a iniziative rispettose di queste terre e di chi ci vice, sì alla valorizzazione delle potenzialità agricole legate alle peculiarità tipiche di quest’area montana.

La questione dei rischi connessi con un errato approccio all’agricoltura sarà sviscerata da Patrizia Gentilini, noto oncologo esponente di Medici per l’ambiente intervenuta varie volte anche in Trentino negli anni scorsi (in particolare sulla vicenda inceneritore), affiancata da Mauro Zanini di Terra Bellunese.

La serata conclusiva è in programma, sempre nella sede comunale di Limana, martedì 3 febbraio, alle 20.30, è inviterà a una riflessione sulla prospettiva di un modello economico locale rispettoso dell’ambiente naturale e della dignità umana, che sia adatto alle caratteristiche del territorio e ne valorizzi le potenzialità. L’incontro, intitolato «Per un’economia più giusta, pulita, sostenibile», vedrà la partecipazione di diversi soggetti attivi localmente su questi temi: la cooperativa del commercio equo e solidale bellunese Samarcanda, DolomitiBio, Coltivare condividendo, Slow Food, il Gas di Limana. Sottotitolo dell’evento: «Verso un coordinamento territoriale bellunese».
Promotori della serie di incontri sono la coop Samarcanda, Comune di Limana, BioDolomiti e il gruppo di acquisto solidale di Limana, con la collaborazione di Solidale italiano, SlowFood condotte di Belluno e Feltrino e Coltivare Condividendo. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Belluno e dell’Unione comunità montana.


Due giorni fa, martedì 13 gennaio, si è svolto il secondo dei cinque incontri in programma, ospitato a Belluno nella sala intitolata al partigiano Eliseo Dal Pont «Bianchi». Al centro della serata un tema di particolare rilevanza: le trattative in corso fra Usa e Ue sul Ttip (il Trattatato transatlantico sul commercio e gli investimenti).

Titolo dell’incontro: «Ttip: un mercato unico tra Europa e Stati Uniti ma a quale prezzo?». Rimuovendo le barriere commerciali cosa ne sarà dell’agroalimentare italiano? Cosa della nostra sovranità alimentare? E chi dirimerà le controversie tra Stati e multinazionali? Queste le domande cui è stato chiamato a rispondere Alberto Zoratti (del movimento Stop Ttip), sollecitato dalle domande di Andrea Mario della coop Samarcanda.

Il ciclo si era aperto il 9 dicembre, sempre a Belluno, con una serata sul tema «I contadini: passato o futuro?». Sergio Cabras ha presentato il suo libro «Terra e futuro. L’agricoltura contadina ci salverà». L’autore spiega che gli accordi internazionali sul commercio e la politica agricola comunitaria europea (Pac), insieme al controllo sui mercati agroalimentari globali da parte di poche aziende multinazionali, danno forma all’agricoltura nel mondo secondo un modello standardizzato, che segue economie di scala ed è orientato al profitto senza curarsi delle differenze tra contesti locali sia ambientali che culturali. «Le comunità legate ai territori - osserva Cabras - e quelle contadine tradizionali, che ancora producono il cibo per la maggior parte dell’umanità, gli contrappongono il modello plurale e multifunzionale della sovranità alimentare e rivendicano il diritto all’autodeterminazione sul proprio tipo di nutrizione e di interazione produttiva con gli ecosistemi che ritengono più appropriato. Il volume affronta questo conflitto su tre temi centrali: le sementi, la terra ed il lavoro».

Di sementi tradizionali (e non solo) si occupa il gruppo Coltivare condividendo che all’incontro era rappresentato da Tiziano Fantinel, fra i promotori delle numerose iniziative che avvengono nel Bellunese (e in aree limitrofe, compreso il Trentino) per promuovere un’agricoltura sana, basata sul rispetto della terra e sulla conservazione delle varietà tradizionali, minacciate dall’omologazione delle sementi e da legislazioni assurde che limitano la libera distribuzione di sementi.
In primavera su questi e altri temi è in programma un nuovo ciclo di incontri, sempre in Valbelluna.

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