Augusto Tamburini e Paolo Minotto: “Noi disabili siamo sempre l’ultima ruota”
I due evidenziano carenze strutturali, burocratiche e culturali che limitano la mobilità e, di conseguenza, la qualità della vita di chi vive con una disabilità
DRO. Nell'Alto Garda e in Trentino, le persone con disabilità affrontano quotidianamente ostacoli significativi nell'accesso ai servizi di trasporto pubblico, un diritto fondamentale per garantire inclusione e autonomia. Le testimonianze di Paolo Minotto, residente a Dro, e Augusto Tamburini, fondatore della Marcia delle Carrozzine, evidenziano carenze strutturali, burocratiche e culturali che limitano la mobilità e, di conseguenza, la qualità della vita di chi vive con una disabilità.
Paolo Minotto, residente a Dro, racconta la sua esperienza con il servizio di trasporto pubblico extraurbano sulla linea Trento-Riva del Garda. Descrive uno spirito di collaborazione con Trentino Trasporti e i Comuni di Riva del Garda, Arco e Dro: «Onestamente hanno cercato di supportarmi il più possibile, venirmi incontro per trovare pedane, cercato di migliorare le fermate».
Tuttavia, la situazione è peggiorata negli ultimi anni a causa della carenza di autisti, che ha costretto Trentino Trasporti ad appaltare alcune linee a ditte private. «Le ditte che hanno preso l'appalto da Trentino non hanno autobus sbarrierati con la pedana, e l'offerta per il disabile si riduce in molti orari», spiega Minotto.
«Non posso prenotare il servizio quando ne ho bisogno».Il problema, secondo Minotto, è strutturale: «Dai un appalto a un privato e nell'appalto non hai messo il pullman sbarrierato, c'è una mancanza a monte». Solo il 17% degli autobus extraurbani è accessibile, un dato che ritiene inaccettabile.
«La Provincia ha eluso il problema, ha sottovalutato la questione e ha voluto coprire le corse per garantire i normodotati», aggiunge, sottolineando come due interrogazioni provinciali non abbiano portato a soluzioni concrete né risposte capaci di fare chiarezza. Minotto propone un censimento delle fermate sbarrierate e una mappatura delle infrastrutture extraurbane.
Augusto Tamburini, fondatore della Marcia delle Carrozzine, offre una critica ancora più radicale. «MuoverSi è legato a uno schema assistenzialistico sbagliato, ha una priorità di intervento legata a due parametri: andare al lavoro, ammesso che i disabili abbiano un lavoro, e scuola, oltre alle visite». Secondo Tamburini, questo approccio ignora l'articolo 3 della Costituzione, che garantisce pari dignità a tutti i cittadini.
«La vita libera non c'è. Un disabile o si arrangia oppure resta a piedi, questo è un grave problema», aggiunge. «Un disabile che vuole essere cittadino è già scartato in partenza». Tamburini denuncia l'arretratezza del servizio MuoverSi, che conta 800 iscritti ma «è fermo a com'era venticinque anni fa». Limitato ai confini provinciali e intrappolato in una «gabbia assistenziale», non risponde ai bisogni reali.
Propone una sburocratizzazione e una revisione normativa: è necessario «rivoltare come un calzino le leggi e le istituzioni» per andare incontro ai bisogni delle persone con disabilità. Annuncia una manifestazione davanti alla Provincia, sottolineando: «Il disabile non può essere sempre l'ultima ruota».