Imprese / La crisi

Crisi nell'Alto Garda: sindacati in allarme per famiglie e aziende

Caro bollette, Itea, politiche industriali e un futuro sostenibile sono alcuni dei temi sollevati dai sindacati. La richiesta: “La Provincia aumenti l’integrazione di 1,5 euro e riduca la soglia minima di 300 giornate per usufruire del sostegno provinciale, così da andare incontro ai lavoratori”

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TRENTO. I riflessi della crisi su aziende e famiglie sono stati al centro di un confronto oggi, giovedì 24 novembre, tra la Comunità Alto Garda e Ledro e i sindacati Cgil, Cisl, Uil.

All’incontro hanno partecipato il presidente della Comunità di Valle Claudio Mimiola (nonché sindaco di Dro), alcuni assessori e sindaci del territorio e i tre segretari provinciali, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. Forte la preoccupazione per l'attivazione della cassa integrazione nelle maggiori aziende cartarie e chimiche del Basso Sarca e per le conseguenze che questo comporta sulla tenuta dei redditi delle famiglie già messe in forte difficoltà all'impennata dei prezzi.

“La cassa integrazione riduce anche della metà lo stipendio medio mensile - fanno notare i sindacati in una nota unitaria - abbiamo chiesto alla Provincia di Trento di aumentare l’integrazione di 1,5 euro e di ridurre la soglia minima di 300 giornate per usufruire del sostegno provinciale, così da ampliare la platea e venire incontro alle lavoratrici e ai lavoratori”.

Dall’altra servono misure per sostenere le imprese, per le quali hanno evidenziato: “È ora di mettere in campo una politica industriale che sostenga le aziende ad investire per innovare e per posizionarsi anche su mercati nuovi. La crisi non sarà di breve durata e in questa situazione di incertezza bisogna mettere le basi per guardare al prossimo futuro”.

Preoccupa anche l'effetto che le nuove regole sul 110% avranno sull'edilizia. “Si rende doveroso un intervento della Comunità di Valle affinché diventi soggetto attivo per sollecitare la Provincia con interventi che spingano imprese e famiglie ad rinnovare il patrimonio edilizio in chiave sostenibile e ad investire su fonti energetiche rinnovabili”.

Questo, secondo gli esponenti sindacali, aiuterebbe a sostenere il comparto delle costruzioni e nello stesso tempo spingerebbe la transizione verde del territorio. “Il tema spinoso dei sostegni alle famiglie trentine sulla casa, sarebbe opportuno che in Itea entrassero anche i sindaci - hanno ribadito i sindacati - contro il caro bollette invece, anche in Trentino si potrebbero adottare criteri analoghi a quelli nazionali, cioè basati sull’Isee per misure più eque, che aiutino prioritariamente chi ha più bisogno. Il Governo Meloni sta andando in questa direzione, ci auguriamo che la Giunta provinciale ne prenda atto e riveda il proprio intervento”. 

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