Archeologia / La storia

Scopri il palafitticolo che c’è in te (se sei una donna di Ledro)

La ricerca dell’Università di Pavia: servono almeno cento volontarie della zona, che facciano un semplice test del DNA dalla saliva, lo studio vuole vedere quanto siamo «parenti» degli abitanti del Neolitico

di Paola Malcotti

LEDRO. I ledrensi di oggi sono geneticamente correlati ai ledrensi di 4000 anni fa? È la domanda che gli operatori del Museo delle palafitte di Molina si sono più volte posti e alla quale potrebbero ora dare una risposta grazie alla collaborazione dei ricercatori dell'università di Pavia e all'aiuto della popolazione stessa. In occasione dell'avvio di Palafittando 2021, di domenica scorsa, è stato presentato Genesi. Dal presente alle diverse origini. La storia della valle di Ledro raccontata dal Dna, un progetto di ricerca che ha l'obiettivo di creare un grande database di informazioni genetiche, genealogiche e antropologiche sulle genti italiane e, attraverso l'uso di strumenti di indagine molecolari finalizzati a determinare come gli individui siano tra loro collegati, studiare anche la storia genetica degli abitanti della valle.

Grazie alla costruzione di alberi filogenetici e all'analisi del Dna dei ledrensi attualmente viventi sarà infatti possibile ricostruire l'evoluzione delle popolazioni antiche: confrontando i dati con quelli delle altre genti italiane (e non), gli studiosi potranno trarre delle conclusioni riguardo la storia genetica degli abitanti passati e presenti di Ledro.

Per poter svolgere lo studio c'è però bisogno della collaborazione di almeno un centinaio di volontarie (donne), che mettendo a disposizione dei ricercatori piccole quantità di saliva (raccolta in forma anonima, in modo rapido e indolore con l'uso di appositi bastoncini cotonati) e le informazioni genealogiche di tre generazioni familiari precedenti l'attuale, consentirà di fare un confronto con il Dna ancora presente nei resti scheletrici rinvenuti dal 1929 a oggi nell'area palafitticola.

«Le operazioni di studio prevedono l'estrazione del Dna dalle cellule dell'epitelio contenute nella saliva, il liquido biologico più facilmente reperibile, per creare così un profilo genetico di ogni individuo - ha spiegato Alessandro Achilli, professore di Genetica del dipartimento di Biologia dell'università di Pavia e coordinatore della ricerca - in questo modo verrà studiato il tessuto mitocondriale, ereditato esclusivamente per via materna, un vero e proprio registro molecolare in cui è scritta la storia e le migrazioni delle donne che lo hanno trasmesso di generazione in generazione fino ai nostri giorni: analizzando questa parte del genoma potremo dunque seguire, come su una mappa, le migrazioni che hanno interessato nel tempo e nello spazio le antenate ledrensi».

«Le cellule contengono informazioni che raccontano la storia dei nostri antenati e dei luoghi di provenienza - hanno aggiunto dal Museo delle palafitte di Molina - ed è per questo motivo che da alcuni anni lo studio del Dna sta rivoluzionando, dal punto di vista scientifico, tutto il nostro presente. Abbiamo contattato i ricercatori di Pavia perché da tempo si occupano della raccolta di dati genetici tra gli abitanti di diverse regioni italiane». Chi volesse partecipare contatti il Museo delle palafitte, 0464 508182.

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