Niente "Festa del sole", dopo 55 anni Pré deve arrendersi alla pandemia

di Paola Malcotti

LEDRO - Lui, il protagonista indiscusso di questo periodo, la sua fugace comparsa, in quel di Pré, due giorni fa, a dire il vero, l’ha fatta. Venerdì, puntuale come sempre, nel giorno di sant’Agata, il sole è infatti tornato ad illuminare le case più alte del paese. E, come da prassi, a segnare la fine dell’inverno. La festa, invece, che fin dal 1965 non ha mai mancato di salutare la comparsa dei primi raggi ed onorare con balli, frizzi e lazzi, l’inizio della primavera, quest’anno non potrà rallegrare la piazza. Il motivo, purtroppo, è ormai noto a tutti. La tradizionale e storica «Festa del sol»di Pré, che un anno fa aveva contribuito ad allietare il primo fine settimana di febbraio richiamando un numeroso pubblico, all’epoca ancora ignaro di ciò che nelle settimane successive sarebbe successo a livello mondiale, quest’anno ha dovuto chinare il capo e sottostare alle norme anti-covid.
«Piccola o grande, al gelo o con la pioggia, sotto la neve o sotto un cielo azzurro, per 55 anni ininterrotti gli organizzatori del comitato paesano e della sezione Acli di Pré e Biacesa sono sempre riusciti a mettere in campo l’evento - spiega il presidente, Mariano Bonisolli - ma stavolta dobbiamo rinunciare e rimandare tutto al prossimo anno».
Unica nota goliardica, alla quale il gruppo festaiolo ha deciso di tener fede, nonostante tutto, è stata l’affissione di un cartello laddove fino ad un paio di settimane fa campeggiava ancora l’albero di Natale, che dalla piazza dà il benvenuto al sole. Unica e per molti versi straordinaria la storia di questo borgo ledrense di poche centinaia di anime, segnate, come quelle del vicino paese di Biacesa, da un singolare destino fatto di contrasti, ombra e luce, tristezza invernale e gioia della bella stagione, unite tra loro nel comune vivere i mesi difficili del freddo senza la bellezza dei raggi solari ma dalla marcia in più temprata nel corso dei secoli da quella sorta di handicap naturale che è l’oscurità a lungo imposta. Incassato nella profonda valle, da novembre a febbraio il paese resta senza il calore e il conforto del sole, troppo basso all’orizzonte. Eppure, due giorni fa, nonostante il cielo coperto, puntuale come sempre, un bagliore nuovo e allo stesso tempo familiare ha fatto di nuovo l’occhiolino, sbirciando dalla Bocca di Leano: più forte del covid, del lockdown, dei vari dpcm, delle norme anti-assembramento, delle auto-certificazioni, indifferente a mascherine, vaccini, indici e dati sui contagi, anche se solo per pochi istanti il sole ha fatto il suo ingresso in paese. Quel tanto che basta per illuminare la piazza e la via principale, pochi attimi appena ma sufficienti per annunciare il ritorno ufficiale della primavera. Da ora in poi sarà tutto in discesa, ogni giorno qualche minuto in più, fino al prossimo novembre, con la speranza che nel frattempo la tanto attesa normalità torni a rasserenare le vite di tutti noi.

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