Tenno, il via libera per l'idroelettrico

di Davide Pivetti

Se ne parlava da tanti anni e da ieri il progetto della centralina idroelettrica sul Magnone ha il via libera ufficiale della Provincia. Produrrà energia idroelettrica utilizzando la forze del torrente che dal lago di Tenno scende verso Riva, cambiando poi nome in "Varone" dopo il passaggio dall'omonima e spettacolare cascata.

La realizzazione della centralina è stata autorizzata ieri dalla giunta Fugatti su proposta del vicepresidente e assessore all'urbanistica Mario Tonina. «L'intervento, in deroga alle norme d'attuazione del Piano regolatore, ha come scopo quello di accrescere la produzione di energia rinnovabile per il territorio, con ricadute positive per tutta la comunità. L'impatto ambientale dell'opera è molto mitigato dalle soluzioni progettuali adottate» spiegano da Trento.

In effetti il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto idroelettrico ad acqua fluente sul torrente nella valle posta a nord-est di Pranzo. Gli elementi caratteristici dell'impianto sono il rifacimento dell'opera di presa esistente, che era al servizio della pescicoltura in localita Freri, la condotta forzata lunga circa 1085 metri, e l'edificio centrale, ubicato sul versante destro orografico del corso d'acqua, a circa a 190 metri a valle del ponte sul Magnone. La struttura sarà completamente interrata, con un'unica parete visibile, quella del portone di accesso rivestito con grigliato in legno.

«Da mesi stiamo lavorando con gli uffici e con la Provincia per questa pratica - il commento del sindaco di Tenno, Giuliano Marocchi - con grande soddisfazione raccogliamo questa autorizzazione anche se il lavoro da fare è ancora importante e rimaniamo molto concentrati su questa partita. La produzione di energia rinnovabile, green, la possibilità di dare all'ente delle risorse proprie e alla comunità delle risposte, sono gli obiettivi principali di questo progetto che anche la Provincia ha condiviso e supportato. Adesso abbiamo ancora dei passaggi importanti da fare per ottenere l'accreditamento al Decreto dello Stato che eroga i finanziamenti ma stiamo lavorando anche su questo tema, oltre che sulle forme di finanziamento dell'opera ferma da troppi anni».

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