Covid, focolaio all'Ags, di 45 tamponi 7 positivi

Una voce ufficiale in prima linea riassume così la situazione: «Si fa prima a dire dove non ci sono casi che dove ce ne sono». Perché man mano che passano le ore le segnalazioni di nuovi contagiati dal virus in strutture pubbliche e luoghi circoscritti si moltiplicano in misura esponenziale. I dati ufficiali diramati ieri sera dall'Azienda sanitaria indicherebbero una flessione rispetto al giorno prima: in totale in tutto l'Alto Garda e Ledro i positivi erano ieri 148 contro i 151 del giorno precedente, con un incremento di 11 nuovi positivi a fronte però di 14 guariti. Ma il dato è relativo e molto spesso non coincide con quello reale sul territorio.

Nelle scuole superiori, dove da lunedì si tornerà alla didattica a distanza, la situazione si sta aggravando di ora in ora: nove classi in quarantena al «Maffei», 11 da ieri al «Floriani», almeno un caso di positività è stato registrato anche alla scuola media di Prabi ad Arco. Riva del Garda, che dai numeri sembra far registrare la situazione peggiore di questa seconda ondata, ieri ha dovuto annotare anche il focolaio svilupattosi in seno alla società «Alto Garda Servizi» di via Ardaro dove dai tamponi rapidi effettuati volontariamente martedì scorso (45 in totale) sono emersi 7 casi di positività, tutto da subito in isolamento fiduciario. «I tamponi antigenici sono stati fatti su tutto il personale dopo aver riscontrato un caso di positività di un dipendente - fa sapere il presidente Andrea Mora - Tutti sono a casa in attesa del tampone molecolare.

Si tratta di due operativi e cinque dipendenti presso gli uffici, già peraltro chiusi al pubblico da tempo. Già martedì scorso, quando abbiamo avuto i risultati dei tamponi rapidi, abbiamo provveduto alla sanificazione di tutta la struttura. L'attività operativa va avanti, senza alcun intoppo».

Che i casi siano in costante aumento e probabilmente non corrispondano alla portata ufficiale dichiarata dall'Azienda sanitaria, lo testimonia la pressione sul Pronto soccorso dell'ospedale di Arco, confermata anche dal direttore sanitario della struttura Luca Fabbri : «Oggi (ieri per chi legge, ndr.) l'afflusso è stato consistente - ammette il direttore - E più in generale è vero che siamo fortemente sotto pressione con un incremento di accessi di persone che hanno sintomatologia Covid. Per adesso manteniamo l'attività chirurgica e la pneumologia è ancora dedicata ad ospitare pazienti che hanno problematiche respiratorie non legate al Covid. In queste stiamo valutando di portare da 8 a 13 i posti letto dedicati a persone con patologia Covid non trasferibile in altre strutture, la prossima settimana dovremmo procedere a questo ampliamento. Ma per farlo ci vogliono infermieri, stiamo facendo rientrare gente dalle ferie ma ce ne servono ancora».

Nel frattempo, rispondendo parzialmente a un'interrogazione presentata dal consigliere provinciale di Futura Paolo Ghezzi, l'assessore provinciale Stefania Segnana ha reso noti i numeri della pandemia alla Fondazione Città di Arco nella scorsa primavera: i decessi totali registrati nei primi quattro mesi del 2020 sono stati 55, l'anno prima erano stati 13, quelli registrati come Covid 42. Al 1° marzo scorso i pazienti complessivi erano 149, al 30 aprile erano diventati 99.

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