Loppio-Busa, gli operai protestano «Lavoratori sottopagati e sicurezza a rischio» Spinelli visita il cantiere: «Vi siamo vicini»

«Salari molto inferiori a quanto stabilisce il contratto, anche 400 euro al mese in meno; troppe ore di lavoro non pagate, cedolini non consegnati...», queste alcune delle accuse alla Sac costruzioni. E non solo: «Dovrebbero essere ottanta i lavoratori all’opera» alla galleria in costruzione da passo San Giovanni a località Maza di Arco, «ma ce ne sono soltanto una trentina», fanno sapere i sindacati riunitisi ieri in presidio davanti ai cancelli della Sac.

Per la Sac (scarl di Torrecuso in provincia di Benevento, in collaborazione con la Martinelli & Benoni srl di Ronzo Chienis) che fa capo a Enzo Rillo, il direttore lavori, Enrico Tedeschi, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Il responsabile di cantiere, Alberto Perretta, si è limitato a dire: «Sono qui da una settimana. Datemi un mese e poi ne riparliamo».
«C’è un ritardo considerevole sulla tabella di marcia - fa sapere Abdelali Ettahiri della Filca Cisl - lo scorso anno si è realizzato solo il 30% del programma; siamo a un 6% dell’opera intera».

Ma il problema reale è la retribuzione, «i minatori - spiegano i rappresentanti sindacali di Cgil, Cil e Uil - stanno perdendo dai 400 ai 500 euro al giorno: la busta paga non corrisponde a quanto previsto dal contratto di lavoro» e ci sono molte ore lavorate che «non vengono calcolate».
L’altro ieri mattina erano presenti Matteo Salvetti della Feneal Uil, Sandra Ferrari e Roland Caramelle per la Fillea Cgil e Ettahiri per la Filca Cisl: «Non c’è stato nessun passo avanti da ottobre, né dall’ultimo presidio di luglio; c’è stato - fanno sapere i sindacalisti - un licenziamento illegittimo che poi è stato fatto rientrare. Manca il controllo sulle ore di lavoro effettuate.

La Provincia aveva assicurato un timbratore ma non ce n’è traccia. Fanno venire i lavoratori dal sud Italia e li pagano a forfait in maniera onnicomprensiva.

Ma in Trentino c’è una legge sul lavoro e va rispettata. Martedì c’è stato anche un sopralluogo da parte dell’Ispettorato del lavoro; ma è ovvio che è difficile che i lavoratori parlino, per paura di ritorsioni».
Manca manodopera locale, «motivo per il quale vanno a cercare operai nel Meridione per i quali la paga va bene. Noi vogliamo - fanno sapere i rappresentanti sindacali - che i contratti vengano rispettati, che i cedolini delle buste paga, fermi a novembre, siano consegnati puntuali. La Provincia con De Col aveva assicurato che sarebbe stato montato un timbratore ma non è in funzione. È l’unico grande appalto pubblico in Trentino, abbiamo chiesto un incontro a Fugatti e Spinelli».

«Loro devono applicare il contratto - dice Ettahiri - non continuare a procrastinare, ci sentiamo presi in giro». «Non ci interessa il colore politico della giunta provinciale - prosegue Salvetti - l’appalto è stato voluto con la precedente giunta e ora c’è questa, non vogliamo che su questo cantiere si facciano degli spot elettorali».
«I lavoratori - spiega Sandra Ferrari - arrivano da Calabria e Sicilia già contrattualizzati e con contratti al ribasso e magari con differenze salariali addirittura tra calabresi e siciliani. Arrivano qua e fanno ore e ore in più. E non è solo una questione di orari non pagati ma anche di sicurezza perché dopo nove ore di lavoro si perde anche lucidità».
E ieri l’assessore provinciale al lavoro Achille Spinelli ha visitato il cantiere e ha incontrato i sindacati: «La Provincia è vicina e sostiene le istanze dei lavoratori impegnati nella realizzazione della Loppio-Busa. Chi lavora in Trentino deve essere tutelato, così come è previsto dalle regole». Ad accompagnarlo sul posto, era presente il dirigente dell’Unità di missione strategica Grandi opere e ricostruzione, Raffaele De Col. La consegna dell’opera è prevista nel dicembre 2021.

«E’ fondamentale che le operazioni proseguano secondo la tabella di marcia. I tempi sono stretti, ma con una migliore organizzazione e più mezzi, i lavori potreanno subire un’accelerazione – ha evidenziato l’esponente dell’esecutivo provinciale -. Allo stesso tempo, pretendiamo il rispetto dei contratti e delle regole da parte dei titolari del cantiere nei confronti dei lavoratori. Sul nostro territorio non sono ammesse violazioni o allargamenti di maglia rispetto a certi modi di operare: le verifiche sono in corso e qualora accertassimo eventuali situazioni anomale, l’amministrazione assumerà i necessari provvedimenti».

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