Pescatore finisce nei guai Il "trofeo" era protetto

di Davide Pivetti

Una cattura da primato: due trote, un cavedano e anche un piccolo carpione. Peccato che il carpione, specie rarissima, endemica e a grave rischio di estinzione, non si possa più pescare neppure nelle acque trentine, dopo che il divieto era in vigore da anni in quelle lombarde e venete. Anzi, già in passato le associazioni di pescatori delle due sponde avevano duramente criticato i pescatori di casa nostra che - allora lecitamente ma forse in modo inopportuno - continuavano a prelevare carpioni dal Garda.

Ora le cose sono cambiate, la pesca di questa rara specie è interdetta e la foto di quella cattura finita sui ha fatto rapidamente il giro del Garda, suscitando reazioni questa volta ufficiali da parte dell’Associazione pescatori bresciani e del Wwf di Bergamo e Brescia: «Il carpione, specie endemica che vive solo nel lago di Garda è ricchezza e patrimonio della biodiversità gardesana. La sua presenza nel lago si è sempre più ridotta e per questo motivo, dal 2006, è a forte rischio di estinzione per la pressione di pesca, la perdita delle aree di frega, la modifica delle condizioni di temperatura e della concentrazione di ossigeno, gli scarichi fognari. Ancora oggi siamo costretti a vedere bracconieri gongolanti che impunemente sbandierano su facebook la loro conquista più ambita. Chiediamo controlli più severi accompagnati da una seria politica comune tra le Regioni per la salvaguardia di tale specie e di tutte le altre specie autoctone del lago».

«Conosco bene il pescatore torbolano - commenta Alberto Rania, pescatore professionista - ha ammesso le sue colpe ma certi toni sembrano esagerati. Il carpione vive in profondità, può capitare di pescarlo cercando le trote e una volta tirato in superficie è comunque condannato. Va liberato, certo, ma la verità è che difficilmente può sopravvivere e finisce vittima di altri predatori. Forse per questo lo ha tenuto».

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