Ledro, nuovo cemento in fascia lago

 

 

LEDRO - Nuove costruzioni sul lago di Ledro, a Pieve. L’hotel Lido ha ottenuto in dicembre una deroga per ampliare l’albergo passando da 33 a 60 posti letto. Altro possibile aumento di volumetrie riguarderà le proprietà di Ezio Tarolli & c sas (2.655 metri quadri; p.ed.412 e p.f. 49/4); Tarolli, 50 anni, consigliere comunale di maggioranza è titolare dal 1993 della gelateria Green Ice e del ristorante Speck & stube. L‘ipotesi di nuovi metri cubi per l’azienda di Tarolli è connessa alla variante urbanistica al Piano regolatore, approvata in prima adozione dal consiglio comunale; ora è il tempo delle osservazioni da parte della cittadinanza prima della seconda adozione.

La striscia costiera di Pieve di Ledro e quindi il paesaggio, andranno a saturarsi ulteriormente di cemento. Il sindaco Renato Girardi sull’aumento di cubature in fascia lago, quello certo dell’hotel Lido, e quello in fieri del fondo di Tarolli, spiega la posizione della sua amministrazione: «Questo Piano regolatore non prevede nessuna nuova area edificabile in fascia lago, non ci sono sessanta nuovi alberghi, solo l’adeguamento delle strutture esistenti. Anche per l’hotel Lido: se ha bisogno di ampliare l’albergo ben venga. Stiamo puntando sul turismo, non siamo il giardino dell’Alto Garda: vogliamo essere il giardino dei nostri clienti».

Sull’ampliamento all’hotel Lido, il sindaco osserva che anche negli altri Comuni si procede allo stesso modo: «Cosa fanno dalle altre parti? Negli altri Comuni altogardesani cosa fanno sulle spiagge? Noi vogliamo che le strutture turistiche che ci sono, siano adeguate alle esigenze di mercato. Noi concediamo a tutti le deroghe per migliorare la propria attività. E anche per Tarolli, mi sembra che la decisione presa rispecchi questa precisa linea politica». È questa la filosofia della Variante al Piano regolatore da parte della maggioranza: «Se una struttura ricettiva, turistica, ristorativa c’è, allora bisogna metterla nelle condizioni di migliorarsi e di qualificarsi».

Decisamente contraria al cambio di destinazione d’uso sulla costa di Pieve è la consigliera d’opposizione Anna Maria Santolini: «Nella variante ci sono dei cambi di destinazione d’uso in fascia lago. Già in dicembre - dice - hanno concesso un aumento di volumetria all’albergo Lido, in piena fascia lago, che passerà da 33 a 60 posti letto; io sola in consiglio mi sono opposta. Ora questa nuovo intervento in favore di un privato. La fascia lago è di interesse pubblico e andrebbe conservata il più possibile libera e godibile da tutti. Io credo che il litorale di Pieve sia già troppo compromesso tra tettoie, verande eccetera... Lì non va toccato più niente. È tutto saturo. E non lo dico per cattiveria contro le singole persone ma parlo solo per il bene pubblico: il lago e la spiaggia sono di tutti noi e non a servizio degli interessi delle singole persone. Il nostro lago è attraente perché è rimasto abbastanza integro, non troppo edificato».

Contraria a questo aspetto della variante al Piano regolatore anche l’opinione dell’ex sindaco e ora consigliere di opposizione Achille Brigà :«Non so perché sia stata messa questa “area alberghiera” in fascia lago di Pieve - dice l’ex sindaco - è una zona già troppo carica e maltrattata. L’architetto, in commissione urbanistica, ci aveva assicurato che le leggi provinciali di tutela e di rispetto dei laghi ci garantivano al riguardo ma non so se la risposta sia stata adeguata. C’è la fascia di rispetto delle aree lacustri e credo che la proprietà di Ezio Tarolli sia all’interno di questa. Non so se può aumentare i volumi per riqualificare la sua struttura, quello che è certo è che tutta quella zona è già molto sfruttata e non si può pensare di ampliare con volumi ulteriori. Va salvaguardato quello che è rimasto del paesaggio del lago di Ledro; ci sarebbe voluta più attenzione anche negli anni scorsi, e ora più che mai, per non impattare una zona già troppo compromessa. Una variante andava approvata, su molte cose sono d’accordo, su altre no».

 

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Ezio Tarolli, consigliere comunale di maggioranza con delega al turismo: cosa cambia se la sua proprietà da “verde pubblico” diventa “alberghiera”?

«Intanto preciso che non è in fascia lago ma sul limite, sul confine».

Nella relazione c’è scritto “area rispetto laghi, art. 22” del Piano urbanistico provinciale. Il lago di Ledro quanto è distante?

«Saranno 100 metri. Arrivo al confine della fascia lago con il giardino della gelateria. Ma lì non posso fare nulla se non una piscina. Nel 1993, quando abbiamo costruito, era una zona mista alberghiera. Poi con il sindaco Bernardo Penner nel Piano regolatore venne messo tutto come “verde pubblico soggetto a esproprio”. Ora ho solo chiesto che venga tolto».

Ma se lei chiedesse una deroga, tipo quella dell’hotel Lido, potrebbe costruire?

«Si possono fare una decina di camere ma non serve una deroga».

Quindi la sua proprietà potrebbe aumentare di volume?

«No, posso solo ristrutturare con un bonus volumetrico del 10 o 20% se riqualifico in maniera energetica. Io devo guardare al futuro: magari tra dieci anni al posto del ristorante ricaviamo un garnì dove restare io e mia moglie mentre mio figlio va avanti con la gelateria».

Non trova che, come amministratore pubblico, lei debba pensare al bene pubblico, quindi al paesaggio, e non, mi passi il termine, agli affari privati? In fin dei conti la sua maggioranza le sta facendo un bel regalo.

«Io pago le tasse e ho una quarantina di dipendenti, l’azienda deve andare avanti. Ok, sono consigliere di maggioranza ma se non lo fossi l’obiettivo sarebbe uguale. Posso condividere o meno questo dubbio. Non lo faccio per interessi personali ma per l’azienda, e come maggioranza abbiamo deciso di dare la possibilità di riqualificare a tutte le aziende, non solo alla mia. Io poi non ho partecipato al voto, ovviamente. E in ogni caso non è una colpa essere anche amministratore. Non faccio nulla di sbagliato, nulla contro la legge. Cerco di fare bene, anche per gli altri. Onestamente mi sento tranquillo».

 

 

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Sindaco Renato Girardi, cosa significa questa variante al Piano regolatore per la fascia costiera di Pieve?

«È un adeguamento alle normative. Se c’è una zona, che nel vecchio Piano regolatore non corrispondeva alla realtà, bisogna farla corrispondere. Finora era segnata come “verde pubblico” ma non lo è. Lì l’area è alberghiera-ricettiva: poiché non esiste la destinazione a “ristorazione”, la designamo come “alberghiera”; va adeguata al Pup (Piano urbanistico provinciale). Anche la famiglia cooperativa non ha la destinazione corretta».

Ma aumenterà di volume?

«È una scelta del progettista del Piano»

Il progettista però lo scegliete voi e voi gli dite cosa fare.

«Ma è solo un adeguamento di aree esistenti. Anche per la famiglia cooperativa si tratta di aggiornare la mappatura. Per Tarolli non so se ha anche chiesto qualcosa in più, può darsi ma lo trovo abbastanza ragionevole. Se poi comprende un pezzo di cortile non lo so. Lo adopererà per la gelateria».

In dicembre avete concesso un ampliamento all’hotel Lido, pure quello in fascia lago.

«Be’ perché negli altri Comuni altogardesani cosa fanno sulle spiagge? Noi vogliamo che le strutture turistiche che ci sono, siano adeguate alle esigenze di mercato. Non creiamo aree edificabili nuove, concediamo a tutti le deroghe per migliorare la propria attività. E anche per Tarolli mi sembra che la decisione presa rispecchi questa precisa linea politica».

Così pian piano si cementifica tutta la fascia lago e poi addio giardino.

«Tra mille anni forse. Noi siamo per la preservazione dell’ambiente».

 

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L’assessore all’urbanistica, Roberto Sartori, spiega la variante al Piano regolatore: «Abbiamo identificato e ridisegnato tutte le aree vincolate da “verde pubblico”. La destinazione “verde pubblico” è un’anomalia intorno alle attività economiche, alle villette di Pur, agli esercizi di Tarolli così come attorno alla stessa cooperativa lì vicino: il “verde pubblico” blocca di fatto la possibilità di ristrutturare».

Tarolli può aumentare i volumi?

«Nel rispetto della legge urbanistica e della fascia di rispetto dei laghi».

Cioè di quanto?

«Sinceramente non lo so. La destinazione è cambiata compatibilmente con l’esistente, noi vogliamo dare la possibilità a una struttura di potersi sviluppare. Anche altrove lo abbiamo fatto, è una valutazione complessiva».

Dunque in fascia lago a Pieve ci saranno nuove cubature, all’hotel Lido e poi al ristorante e gelateria di Tarolli?

«Un conto è se non ci fosse nulla, ma hotel Lido e gelateria esistono, e dal momento che esistono bisogna dare loro la possibilità di riqualificare».

 

 

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