Ledro, il Tar rigetta nuovo ricorso contro la stalla di S. Lucia

Niente da fare, in val di Ledro, per il comitato che si batte contro la stalla per caprini di Davide Tiboni: il Tar è tornato ad esprimersi e ha nuovamente detto che, nella procedura per l’autorizzazione edilizia in deroga concessa alla struttura che sorgerà sulla piana di Santa Lucia, non c’è stato nulla di irregolare. È la parola fine sulla diatriba che sta dividendo il paese da quasi due anni e da un anno sta intasando i tribunali amministrativi? Manco per idea. Perché c’è sempre il Consiglio di Stato. E poi tuttora è pendente, davanti ai giudici romani, un ricorso contro la precedente sentenza del Tar trentino: dal punto di vista cautelare il Consiglio di stato si è già espresso, negando la sospensiva, ma resta aperto il giudizio nel merito. Insomma, prima di archiviare la polemica dovranno passare ancora mesi - e decine di carte bollate - ma ecco, un’altra battaglia è stata vinta dall’allevatore e dal Comune, che in fondo la deroga l’ha approvata e sostenuta, dal punto di vista politico.

Infinite le tappe della vicenda: dalla contrarietà dei primi mesi - era il 2017 - alla costituzione di un comitato ad hoc, dalla richiesta di referendum, al voto in consiglio. Perché quella stalla, che il comitato proprio non vuole, sarebbe sorta a meno di 200 metri dal parco, quindi serviva una deroga al Prg. Il consiglio l’ha concessa, mentre fuori dal municipio la polemica accendeva gli animi. Basti pensare che i consiglieri hanno lamentato pressioni ritenute eccessive da entrambi i fronti. Davanti alla deroga, residenti e comitato si sono messi di traverso.

E sono iniziati i ricorsi, che hanno rivoltato come un calzino quel progetto: dall’antincendio all’allaccio alla fognatura, dai vincoli paesaggistici alla distinzione tra area agricola primaria o secondaria, dal numero di particella edificiale citata al possibile inquinamento acustico, nulla è rimasto intentato, nei motivi di ricorso. Ma per ora è servito a poco.

Toccando solo i nuovi punti (i motivi di ricorso erano 9, tutti respinti, ma i primi 7 erano i medesimi del precedente ricorso), il Tar ha preso in esame il problema delle deiezioni e quello dell’inquinamento acustico. Sul primo punto i ricorrenti ritenevano che la stalla dovesse essere parificata ad un sito produttivo.

Di tutt’altro avviso i giudici, che ricordando come il letame misto a paglia sarà disperso nei prati già stagionato, parlano di «perfetta compatibilità con l’ambiente e le direttive amministrative comunali».  E quanto alla lamentata assenza di un documento sull’impatto acustico, «il rispetto delle normative in materia di inquinamento acustico potrà comunque trovare tutela nel corso dello svolgimento concreto dell’attività agricola».

Infine, nota a margine, ma che certo avrà fatto piacere al comune, i giudici ritengono legittimo anche il percorso adottato per le modifiche non sostanziali alla variante al Prg.

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