Ledro, la farina prodotta col frumento dagli scolari

di Paola Malcotti

Fino agli anni Sessanta furono tra le colture più felici e produttive della bassa valle, tanto da elevare i campi di Pré e Biacesa al titolo di «granaio» della valle di Ledro.

Poi, con l’arrivo sul mercato di farine già pronte all’uso e dai costi più competitivi, le coltivazioni vennero soppiantate da altre produzioni più redditizie e man mano abbandonate.

Stiamo parlando del frumento, che per diversi decenni con le sue bionde spighe ha rappresentato per molte famiglie di questa parte di valle di Ledro una delle poche ma sicure fonti di sostentamento, in particolar modo nei periodi più incerti del secolo scorso.

Un’attività produttiva finita pian piano nell’oblio ma che grazie all’intraprendenza di alcuni paesani, del presidente della «Fondazione Legato Martino Bonisolli», Davide Micheletti e delle maestre della scuola elementare di Molina, è tornata a vivere sotto forma di un progetto didattico-culturale dal sapore antico.

«L’iniziativa ha preso corpo ancora nel settembre scorso, quando Franco Bonisolli, che aveva in custodia per conto dell’ex consorzio di Pré alcuni vecchi macchinari per la coltivazione del frumento, mi ha proposto di prendere in carico l’attrezzatura (una seminatrice e un “ventilabbro”, un macchinario per separare la granella dalla pula) per farne dono alla Fondazione e metterle in mostra una volta restaurate - spiega Davide Micheletti - Alla proposta di Bonisolli ha fatto seguito quella di Maroni, che a sua volta aveva una vecchia trebbiatrice. Pensando a un modo per valorizzare questi macchinari, mi sono confrontato con le maestre della scuola elementare di Molina, che in breve tempo hanno suggerito un progetto».

È così che in autunno i 23 bambini della classe quinta, accompagnati dalla maestra Lilia Zecchini, hanno provveduto a seminare i chicchi di grano in un terreno di proprietà della Fondazione, utilizzando la seminatrice di un tempo, prendendosi poi cura della loro coltura.

Durante l’inverno, gli scolari non sono rimasti semplicemente a guardare: hanno realizzato degli spaventapasseri e li hanno sistemati nel campo.

Nelle settimane scorse, infine, con l’arrivo della bella stagione, si sono occupati della raccolta del grano (una decina i covoni raccolti), utilizzando sempre i macchinari originali per la mietitura e trebbiatura, e della macinatura. Alla fine, soddisfatti del loro chilo di farina prodotto, i bambini hanno riposto i macchinari nella corte di Casa Salvina di Pré, dove sono ora esposti in mostra (l’orario di visita va dalle 8 alle 20).

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