Garda Trentino, olio più buono ma l'extravergine resta in casa

di Davide Pivetti

Franco Michelotti, tecnico dell'olivocoltura della Fondazione "Edmund Mach" e massimo esperto in provinciale per quanto riguarda l'olivo e l'extravergine, propone un'interessante riflessione-analisi sull'interesse e il fenomeno che l'olivocoltura sta diventando sempre più nell'Alto Garda e Ledro.

«La qualità e le caratteristiche organolettiche dell’olio extravergine di oliva si stanno modificando e migliorando - scrive - sia nella offerta di piccoli e grandi produttori che nelle richieste dei consumatori.

Se da un lato è ancora radicata nei consumatori l’immagine di un olio extravergine di oliva dolce e piatto, dall’altra è ormai decisamente avviato un movimento teso alla forte caratterizzazione dell’olio ottenuto dalle olive, che si basa sul trasferimento delle peculiarità e ricchezze del frutto dell’olivo verso l’olio che ne viene estratto. Questo ne risulterà più ricco di profumi di vegetale e di frutto e con un gusto più amarognolo e piccante, più accentuati se la raccolta delle olive è fatta precocemente e la loro lavorazione immediata.

Già gli antichi romani consideravano l’Oleum ex albis ulivis e l’Oleum viride, ovvero l’olio estratto da olive verdi e da olive appena invaiate, come più pregiati rispetto all’Oleum maturum e Oleum cibarium ottenuti da olive completamente nere o addirittura raccolte da terra, tuttavia per ragioni economiche e per l’arcaicità dei sistemi di estrazione questi concetti andarono persi.

È proprio con il miglioramento della tecnologia di estrazione dell’olio dalle olive, a partire dalla metà del XIX° secolo, che torna alla ribalta l’idea dell’olio che sa di oliva.

Ne è buon testimone il prof. Carlo Hugues che nel 1881 a Rovereto organizza un concorso oleario con la precisa finalità di migliorare la qualità degli oli prodotti nella Valle della Sarca, riservando l’unica medaglia d’oro alla categoria degli “Olii di oliva fresca” cioè ottenuti da olive raccolte quando cominciano a colorare e immediatamente lavorate.

Attualmente l’offerta di oli altogardesani sul mercato è di altissima qualità, testimoniata dai tanti riconoscimenti sia in Italia che all’estero, tuttavia occorre evidenziare che essa rappresenta una piccola quantità, circa il 30%, della produzione totale, dato che gran parte dell’olio prodotto nell’Alto Garda è destinato dal produttore al consumo familiare.

È in questo contesto che da una decina d’anni sono proliferati nella Valle della Sarca i concorsi oleari per piccoli produttori, anche questi con il dichiarato obiettivo di migliorare la qualità dell’olio autoconsumato.

Attraverso la gara si vogliono veicolare i concetti per l’ottenimento di oli più buoni e creare una diffusa consapevolezza della qualità dell’olio, oltre che consentire ai produttori, adottando piccole modifiche nel loro modo gestire la raccolta la lavorazione delle olive e la conservazione dell’olio, di beneficiare a pieno della sua bontà e delle sue virtù nutraceutiche.

I concorsi oleari nella Valle della Sarca sono tre: “Succo d’oliva”, il più conosciuto, si svolge a Cologna di Tenno ed è promosso dal Comitato Culturale Cologna Gavazzo Foci e dal Consorzio di Tutela Prodotti Agricoli del Tennese; vi partecipano oltre 100 produttori da tutto il Trentino; “El me oio”, a S.Massenza, con la Pro Loco; “Orgolio, orgogliosi del proprio olio” proposto dal Circolo Culturale Amici dell’Oratorio di Dro, giunto alla quarta edizione.

Ogni anno nei concorsi oltre 150 campioni d’olio sono giudicati da una commissione di tecnici ed esperti assaggiatori, i quali oltre a designare i vincitori, illustrano i progressi ottenuti, ribadiscono le linee giuda per migliorare la qualità e predispongono un assaggio guidato degli oli migliori a confronto con i meno buoni.

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