"Rilanciamo Tremalzo con Leali"

di Paola Malcotti

«L’amministrazione comunale deve riallacciare i rapporti con Alcide Leali, l’unico imprenditore in grado di sostenere il rilancio di Tremalzo: se non si iniziano a gettare basi concrete per favorire una doppia stagione turistica, nessuno sarà invogliato ad investire in valle, con effetti che in breve tempo ricadranno a catena su tutti gli altri settori economici».
A prender la parola sul passato, presente e futuro della stazione in quota, è questa volta Elio Zecchini, il noto commerciante ledrense che negli anni d’oro di Irvat visse in prima persona i progetti e le idee nascenti per la valorizzazione di Tremalzo.
Presidente del Comprensorio C9 dall’89 al ‘94, membro del cda della Cassa di Risparmio, presidente dell’Associazione commercianti del Trentino e vicepresidente dell’Unione commercio e turismo, presidente di Seac spa, titolare di quattro punti vendita, Elio Zecchini si dice oggi deluso per come siano andate le cose e punta il dito verso le ex amministrazioni comunali - a suo avviso ree di aver commesso gravi errori - ma anche verso l’imprenditoria locale.
«Tra gli operatori ledrensi c’è sempre stata invidia, ognuno pensa al proprio orticello, ma se non si trovano subito delle soluzioni il futuro sarà difficile per tutti - dice - la nostra valle è meravigliosa e il turismo è l’unica fonte di reddito “pulita”, abbiamo però una sola stagione, quella estiva, che non è molto lunga. Quest’anno è andata bene ma sappiamo che le condizioni meteo ne dettano l’andamento: non possiamo quindi pretendere che gli imprenditori investano in qualcosa di incerto».
Quindi, cosa fare?
«Il rilancio della stazione invernale non solo infonderebbe fiducia a tutti quei cittadini che lassù possiedono degli immobili (che attraverso le tasse versano nelle casse pubbliche circa 70 mila euro l’anno) ma creerebbe due stagionalità, porterebbe benefici a tutta la valle e attirerebbe nuovi investitori. Un piccolo risveglio lo vedo già nelle iniziative dei gestori dei rifugi “Garda” e “Garibaldi” (che non devono essere lasciati soli), ma è ancora troppo poco».
Eppure un tempo Tremalzo era fiorente.
«Quando gli impianti funzionavano, davano lavoro a una cinquantina di persone. Allora c’era movimento, l’economia girava in quota ma ne guadagnava pure il fondovalle. Io stesso avevo un negozio ma quando gli skilift hanno cessato l’attività abbiamo dovuto chiudere tutti. Come presidente del Comprensorio - conclude Zecchini - avevo promosso uno studio di rilancio della stazione sciistica, partendo proprio dal fondovalle: il progetto prevedeva una pista da fondo che partendo da Molina arrivasse in Ampola, un centro sportivo con piscina coperta (di cui ancora oggi c’è bisogno) e pista da pattinaggio, un collegamento su fune che da malga Cita saliva in quota per poi scendere a Tremosine: la Provincia aveva dato il via libera e un acconto di tre milioni di lire, che poi, viste le divergenze tra sindaci e il naufragio del progetto, si era ripresa per destinarlo alla spiaggia di Torbole. Leali era la soluzione: il suo era un progetto all’avanguardia, che partendo dallo sviluppo di Tremalzo si sarebbe riflesso su tutta la valle. Ecco perché il Comune deve riallacciare i rapporti con l’imprenditore: senza i grossi investitori qui non ci potrà mai essere un futuro».

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