Scambio di targhe e finte revisioni L'indagine della polizia: il video

di Chiara Turrini

Revisioni falsate grazie a uno strategico cambio di targa temporaneo. Si è svolta ieri mattina presso la questura di Trento la conferenza stampa che ha illustrato i dettagli dell’operazione effettuata dalla polizia stradale di Trento a Molina di Ledro lo scorso 21 settembre, che ora vede indagati i due titolari dell’omonima officina Mazzola.

Il comandante Giansante Tognarelli ha presentato i risultati dell’indagine durata un anno insieme all’ispettore Roberto Ferrais, capo della squadra di polizia giudiziaria composta da Francesco Fronza e Andrea Corradini, e a Bruno Bevilacqua, direttore della Motorizzazione civile trentina. Proprio dalla motorizzazione è arrivata la segnalazione che ha poi permesso di aprire l’indagine a Ledro.

«Si tratta del primo caso di un’infrazione simile e non solo in Trentino - ha commentato il comandante Tognarelli - ed è potuto emergere grazie agli attenti controlli della motorizzazione civile, che ha incrociato dati e fotografie».

Dal 2015 infatti le officine che hanno ricevuto l’omologazione alle revisioni devono essere dotate di un sistema di riconoscimento della targa tramite videocamera, per testimoniare la presenza fisica del veicolo sulla linea di revisione.

Anche la Mazzola aveva la strumentazione per registrare i passaggi, ma sulla linea di revisione saliva un’altra auto, mentre quella da revisionare rimaneva parcheggiata fuori. Alla fine il controllo risultava effettuato normalmente perché la targa del secondo veicolo veniva “prestata” al primo. Quattro per quattro e utilitarie: spesso per la “sostituzione” veniva usata un’auto dello stesso modello ma a volte, nei casi più clamorosi, al posto di una opel corsa veniva esaminata una punto.
Sono state accertate “gravi irregolarità” su dieci veicoli degli oltre 1000 monitorati, ma la polizia ha confermato la natura continuativa dell’attività illecita nel corso dell’anno. Non è verificato se i proprietari delle auto con finta revisione siano stati o meno al corrente del metodo del controllo: se consapevoli anche per loro ci sarebbe responsabilità ed eventualmente si configurerebbe un’ipotesi di reato.

Guarda il video:

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Per il momento gli indagati sono i due titolari, che rischiano una pena fino a cinque anni per falsità ideologica commessa da ufficiali in atto pubblico. «Perché al momento della revisione i tecnici sono di fatto pubblici ufficiali» spiega Bevilacqua, aggiungendo poi che i controlli da parte della motorizzazione civile sono serrati nelle 68 officine trentine omologate per effettuare le revisioni, ancor più con l’introduzione delle nuove normative sulle revisioni, a seguito del tragico incidente del pullman in Irpinia, nel 2013, che fece quaranta morti.

«I veicoli la cui revisione falsata è stata accertata saranno richiamati per una revisione straordinaria» ha aggiunto il direttore della motorizzazione.

Per il momento la motorizzazione ha sospeso in attesa di revoca la concessione della Mazzola per svolgere le revisioni.
Il caso ha destato parecchio scalpore in valle di Ledro anche perché l’officina Mazzola è sempre stata riconosciuta come una azienda seria e affidabile e l’indagine è piovuta nella vallata come un fulmine a ciel sereno.

I proprietari dell’officina ledrense non hanno voluto rilasciare dichiarazioni e anche l’avvocato dei titolari della ditta, Luigi Campone, si riserva di avere in mano la documentazione per poter valutare con cognizione di causa ed, eventualmente, entrare nel merito della questione.

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