Corre per 866 km e mangia solo frutta

Luca Bortolameotti, 37 anni, atleta estremo «fruttariano»

di Chiara Turrini

Si è quasi abituato a sentirsi dare del folle. Luca Bortolameotti è partito in questi giorni per partecipare alla Transpyrenea, gara di corsa in montagna in cui si corre per 866 chilometri e 65 mila metri di dislivello totale, su e giù. È la gara di endurance più dura al mondo. La follia non sta solo nella lunghezza del percorso estremo: Luca da qualche anno ha scelto uno stile di vita vegano e crudista, nello specifico «fruttariano». Ogni gara è una sfida, «voglio dimostrare cosa si può fare seguendo questo stile di vita». Più che una follia la sua è una passione che coltiva con ferrei allenamenti e studi, molto razionali, su alimentazione e sport. 

«Ho iniziato a correre per caso - racconta il 37enne di Ceniga, che di mestiere fa il programmatore informatico - perché un amico stava per sposarsi, voleva dimagrire in vista di quell'evento, e mi chiese si accompagnarlo. Allora pesavo 20 chili in più, non avevo mai corso». Ma fu amore al primo chilometro: Luca non ha mai smesso, anzi. Dopo sei mesi la sua prima mezza maratona, nel 2014 il Tor de Geants sulle cime della Val d'Aosta, oltre 300 chilometri di corsa. Nel mentre Luca e la fidanzata Katia hanno preso in mano il gruppo podistico della Sat di Arco, ottenendo grandi risultati. «Mi alleno facendo altre gare - dice - e amo mettermi alla prova. La Transpyrenea sarà una vacanza diversa, diciamo avventurosa». Durante la gara Luca sarà soggetto di uno studio condotto dagli esperti del Cnr, un'analisi medica degli atleti messi alla prova su tracciati così disumani.

«Ad un certo punto ho iniziato ad ascoltare il mio corpo, ho capito che mi chiedeva di cambiare» spiega Luca. Quattro anni fa la decisione di smettere con la carne e le proteine animali, due anni fa la scelta del crudismo, che prevede di consumare i cibi senza cottura, secondo il concetto che «se devi sottoporli a cottura, non fanno davvero bene». Di recente poi il passaggio a un'alimentazione basata sulla frutta. «Ogni giorno ne mangio tre o quattro chili, magari la sera anche verdure e a volte semi, frutta a guscio per integrare i grassi».

In un trail di circa ottanta chilometri si può consumare una media di diecimila calorie al giorno, qualche noce non può che fare bene. «Mi hanno già detto che verranno a trovarmi in ospedale - aggiunge ironizzando - ma chi pensa così ragiona con la medicina tradizionale, che forma medici su manuali e testi superati». Luca spiega che frutta e verdura combinati nel giusto modo possono fornire l'equivalente di aminoacidi e proteine nobili della carne. «Ad esempio insalata e semi di girasole, un'ottima combinazione».

Scelte alimentari come quelle di Luca sono sempre più spesso sotto i riflettori, contestate per i rischi che comportano o idolatrate per le virtù. E poi a chiacchiere tutti possono citare l'esempio di almeno un parente campato cent'anni fumando e mangiando senza limitazioni. «Ma io ci credo - ribatte Bortolameotti - perché oggi pensiamo che il benessere passi solo dall'alimentazione. Non è vero, uno può mangiare in modo attento e comunque non stare bene».

Il consiglio: «Dobbiamo prenderci cura anche di altri aspetti, il riposo e la postura, la mente e la gestione dello stress. Possiamo iniziare mangiando un po' più di frutta e verdura, ma la base è sorridere sempre alla vita e avere un approccio positivo, solo così si può combattere».

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