Ledro, nessuno vuole il Rifugio «Garibaldi»

Andata deserta anche la seconda asta, la struttura di Tremalzo resterà sfitta

di Paola Malcotti

Niente da fare: nonostante i progetti di rilancio, pian piano in via di concretizzazione, e di sviluppo di un turismo nuovo, compatibile con le mutate esigenze del mercato, sempre più attento all’ambiente e alle peculiarità naturalistiche della valle di Ledro, il rilancio di Tremalzo fatica a raccogliere fiducia e interesse da parte degli operatori economici locali.

Dopo il bando di gara per l’affidamento in gestione del rifugio «Garibaldi», indetto dal Comune ancora ad inizio dicembre ma andato deserto al primo turno, anche alla data di scadenza prevista per il secondo bando, fissata per lunedì 2 maggio scorso, nessuno si è fatto avanti, proponendo una cifra superiore alla base d’asta stabilita dall’amministrazione pubblica per l’affitto annuo della struttura ricettiva.

Con la nuova stagione estiva ormai alle porte, il compendio - completamente sbarrierato e ristrutturato alla fine degli anni ‘90, vocato sia alla ristorazione che all’ospitalità di escursionisti e appassionati di montagna - rimarrà dunque sfitto e chiuso anche nei prossimi mesi.

Grande l’amarezza dei proprietari di appartamenti e case, che da molto tempo guardano con apprensione alle sorti della stazione in quota, auspicando un ritorno di interesse da parte degli imprenditori privati, ma soprattutto dell’amministrazione comunale, che proprio con l’assegnazione in gestione del rifugio Garibaldi intendeva gettare le basi per una prima riqualificazione di Tremalzo: dopo un’attesa durata 20 anni e le iniziative promosse con successo dal Consorzio per il turismo sia nei mesi estivi che in quelli invernali, il rilancio in chiave economica sembra dunque faticare sempre più a prender forma, ponendo seri interrogativi sui progetti avanzati finora per il futuro della zona.

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