Due olivi ad Arco e Nago hanno almeno 900 anni

di Roberto Vivaldelli

Il Garda Trentino è un territorio dove vengono prodotti oli extravergine d’oliva di altissima qualità. Ma insieme ai tanti riconoscimenti internazionali che i nostri produttori ogni anno meritatamente conseguono, c’è una storia, quelle delle piante d’olivo, altrettanto ricca di fascino e importanza.

Due le piante, in particolare, che potrebbero tranquillamente raccontarci, se potessero parlare, quasi un millennio di eventi, sopravvissute miracolosamente ad ogni tipo di intemperie e cambiamenti climatici, guerre e carestie: si tratta del maestoso «Olif de Bòtes», situato nell’olivaia sopra Varignano, e dell’«Olif de la Gort» a Nago.

Difficile stabilire con estrema esattezza l’età di queste due meravigliose piante - la stima si aggira sui 900 anni - ma certo è che si tratta dei due olivi più antichi della zona, i più vecchi siti al limite settentrionale mondiale dell’olivicoltura.

L’«Olif de Bòtes» è un vero patrimonio della città di Arco, meta di molti escursionisti sulla strada che porta a Padaro nonché fonte di ispirazione per artisti come il disegnatore Giulio Zucchelli, che lo ha rappresentato in un’opera fatta a mano (alla vecchia maniera, con pennino e calamaio).

«È l’olivo casaliva più antico della nostra olivaia. Da quella pianta - spiega il presidente dell’Accademia dell’Olivo e dell’Olio nonché consigliere comunale Roberto Zampiccoli - alcuni amatori della zona hanno peraltro staccato alcune talee, in modo da far crescere delle piante con la stessa “genetica” dell’olivo originale. Per quanto riguarda la datazione, sicuramente siamo intorno ai 800-900 anni».

Ma come si stabilisce la vita di un olivo? E quanto ancora può durare la vita di una pianta (quasi) millenaria? Ce lo racconta Mattia Omezzolli, perito agrario esperto di antiche varietà e membro dell’associazione «La Pimpinella»: «Per determinare l’età di una pianta esistono vari sistemi - afferma - si può ricorrere al succhiello di Pressler, uno strumento che, avvitato nel tronco nella direzione del raggio, consente di estrarre un cilindretto di legno. Con un apposito ago si toglie il truciolo dal succhiello e quindi si contano gli strati legnosi. La datazione però è abbastanza approssimativa. L’olivo è giunto nell’Alto Garda nel I secolo d.C, a quel periodo risalgono infatti i primi noccioli. L’Olif de Bòtes può comunque vivere ancora tranquillamente per altri centinaia di anni: in Sardegna esistono piante che hanno circa 5 mila anni».

Degna di nota in questo ambito l’attività che sta svolgendo l’associazione attraverso delle escursioni sul territorio, per realizzare una mappatura e una catalogazione precisa delle varietà presenti nel Garda Trentino: «Quest’iniziativa - spiega Omezzolli - vuole salvaguardare la biodiversità e gli esemplari. L’obiettivo è una catalogazione delle antiche varietà e la riproduzione degli antichi olivi, utilizzandoli per la coltivazione e la produzione dell’olio: sono veri olivi autoctoni dell’Alto Garda».

 

 

comments powered by Disqus